Grandi cambiamenti al Museo Archeologico Nazionale di Firenze

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GRANDI CAMBIAMENTI AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI FIRENZE

Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze ha mostrato in anteprima alla stampa le nuove sale che ha realizzato per valorizzare dei capolavori unici al mondo, oltre l’apertura di due sale dedicate ai bronzetti greco-romani delle collezioni mediceo-lorenesi.

Per l’occasione è stata presentata la guida del celebre Vaso François – uno dei reperti valorizzati con un nuovo allestimento – curata dal direttore del Museo Archeologico dottor Mario Iozzo, corredata da un importante apparato fotografico realizzato da Fernando Guerrini e pubblicata dalla casa editrice Polistampa.

Sala Vaso François. ph/Ufficio stampa

I lavori di riordino e di riallestimento curati dall’architetto Chiara Fornari ed eseguiti dalla ditta Machina s.r.l., sono stati finanziati con una generosa donazione di Laura e Jack Winchester attraverso l’associazione no-profit Friends of Florence, rappresentata per l’occasione dal Presidente Simonetta Brandolini d’Adda.

L’intervento più importante riguarda il Vaso François a cui è stata dedicata un’intera sala, dotata di due postazioni informatiche in doppia lingua in grado di fornire agevolmente ai visitatori immagini del grande cratere, i miti, le saghe e gli eroi della Grecia classica e della Guerra di Troia.

Assieme alle suggestive immagini dei fregi retroilluminati poste sulle pareti intorno al Rex Vasorum, le informazioni che possiamo cogliere dall’apparato didattico ci consentono di cogliere e comprendere il grande fascino che esercitavano questi preziosi manufatti presso gli aristocratici etruschi, committenti privilegiati di queste meravigliose opere. All’interno della stessa sala sono presenti due vasi figurati della bottega del pittore Lydos, che recenti studi d’archivio collocherebbero nel medesimo contesto funerario del celebre cratere.

Per maggiori informazioni vi rimando a un articolo che descrive il Vaso François e ne racconta le sue vicende, scritto per noi di MediterraneoAntico dall’etruscologa Gemma Bechini. Ecco il link: https://mediterraneoantico.it/articoli/magazine/vaso-francois-una-storia-nella-storia-ed-una-preziosa-eredita/

L’altro reperto oggetto del riallestimento è un sarcofago in marmo dipinto unico al mondo risalente al 350 a.C. e destinato ad una nobildonna di Tarquinia, commissionato per lei dal devoto nipote che esercitava la carica di alto magistrato.

Sala del Sarcofago delle Amazzoni. Ph/Ufficio stampa

Anche in questo caso un doppio apparato informatico bilingue consente di scorrere agevolmente le immagini e le descrizioni delle scene raffigurate sul Sarcofago delle Amazzoni e la storia della sua scoperta. Un sofisticato sistema d’allarme ne consente ora la protezione.

Ad occuparsi dell’apparato didattico è stata l’archeologa Stefania Berutti di concerto con Davide Morena di Sideways, che ha sviluppato le app attraverso le quali i visitatori possono selezionare le informazioni relative ai reperti. Ad esempio è possibile leggere del ritrovamento dell’oggetto, la storia della sua lavorazione, decorazione e datazione, la storia degli artigiani che hanno realizzato i reperti (nel caso del Vaso François sono informazioni più attendibili, nel caso del Sarcofago delle Amazzoni si tratta delle ipotesi più plausibili), le immagini ritratte e le iscrizioni.

Oltre a questi riallestimenti che hanno valorizzato due reperti unici già presenti nella collezione, il museo si arricchisce di tre nuove sale dove Carlotta Cianferoni, Curatrice della Sezione Etrusca, ha allestito in undici vetrine centottanta statuette in bronzo di grande pregio, sia copie di età romana che originali greci, provenienti dalla collezione mediceo-lorenese. Già a quell’epoca i bronzetti furono restaurati dagli artigiani di corte – tra i quali anche Benvenuto Cellini – e laddove necessario furono integrate le parti mancanti, una pratica da tempo non più accettata dall’archeologia.

Sala dei Bronzetti. Ph/Uffizio stampa

In queste stanze che furono realizzate da Pietro Leopoldo di Toscana, sono stati posizionati anche ritratti di celebri personaggi greci, ma di particolare interesse sono le parti in bronzo di grandi statue accostate ad elementi di oreficeria, che consentono un raffronto tra i gioielli riprodotti direttamente nella fusione del bronzo e quelli realmente rinvenuti duranti gli scavi archeologici.

L’intervento di riqualificazione non si è fermato a quanto detto fin qua, perché la generosa donazione di Laura e Jack Winchester ha consentito di intervenire sulle finestre di tutto il secondo piano, dove sono state installate ben 92 tende per schermare la luce e consentire una fruizione più gradevole dell’intera collezione esposta.

E’ stato possibile intervenire anche sull’illuminazione interna di 57 vetrine, sostituendo i vecchi neon con i più moderni ed appropriati led.

Presente all’evento un discendente diretto e omonimo del celebre archeologo che ritrovò il Vaso François, Alessandro François, che al termine della conferenza di presentazione e della visita alle nuove sale ha offerto un vino prodotto dalle sue cantine fin dal XX secolo e denominato Il sole di Alessandro: un Cabernet Sauvignon che è stato dichiarato IGT dei Colli della Toscana Centrale.

Tanti motivi in più quindi per visitare il Museo Archeologico di Firenze anche per coloro che lo hanno già visitato, considerando che nel salone del Nicchio, all’inizio del percorso espositivo, è stata allestita la mostra “L’arte di donare” che è davvero di grande interesse.

Si tratta di acquisizioni entrate in anni recenti nelle collezioni del Museo Archeologico di Firenze grazie a donazioni, cessioni, permute e prelazioni, in alcuni casi grazie al senso civico di chi le deteneva, e che ha deciso di farne dono al Museo, in altri grazie alla sensibilità del nostro Ministero, che su richiesta di funzionari attenti e competenti è intervenuto con l’esercizio della prelazione per assicurare allo Stato – e quindi alla pubblica fruizione – opere di rilievo che altrimenti sarebbero state destinate all’ammirazione quasi egoistica di pochi privati e comunque fruibili soltanto in un ambito estremamente ristretto. In altri casi ancora, grazie a una politica di scambi e di cessioni finalizzata alla salvaguardia e alla migliore conservazione delle opere stesse.

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Paolo Bondielli

Storico, studioso della Civiltà Egizia e del Vicino Oriente Antico da molti anni. Durante le sue ricerche ha realizzato una notevole biblioteca personale, che ha messo a disposizione di appassionati, studiosi e studenti. E’ autore e coautore di saggi storici e per Ananke ha pubblicato “Tutankhamon. Immagini e Testi dall’Ultima Dimora”; “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi”; “Ramesse II e gli Hittiti. La Battaglia di Qadesh, il Trattato di pace e i matrimoni interdinastici”.

E’ socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Egittologia.net. Ha ideato e dirige in qualità di Direttore Editoriale, il magazine online “MA – MediterraneoAntico”, che raccoglie articoli sull’antico Egitto e sull’archeologia del Mediterraneo. Ha ideato e dirige un progetto che prevede la pubblicazione integrale di alcuni templi dell’antico Egitto. Attualmente, dopo aver effettuato rilevazioni in loco, sta lavorando a una pubblicazione relativa Tempio di Dendera.

E’ membro effettivo del “Min Project”, lo scavo della Missione Archeologica Canario-Toscana presso la Valle dei Nobili a Sheik abd el-Gurna, West Bank, Luxor. Compie regolarmente viaggi in Egitto, sia per svolgere ricerche personali, sia per accompagnare gruppi di persone interessate a tour archeologici, che prevedono la visita di siti di grande interesse storico, ma generalmente trascurati dai grandi tour operator. Svolge regolarmente attività di divulgazione presso circoli culturali e scuole di ogni ordine e grado, proponendo conferenze arricchite da un corposo materiale fotografico, frutto di un’intensa attività di fotografo che si è svolta in Egitto e presso i maggiori musei d’Europa.

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