Grazie ad un atto di mecenatismo effettuato tramite l’Art Bonus, la società Acqua Campania sosterrà il lavoro di restauro delle tre fontane presenti nel Giardino orientale del MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Le tre fontane campeggiano nel celeberrimo Giardino del Museo fin dagli anni Venti del XIX sec, quando l’architetto Pietro Bianchi – capo dei lavori per completare l’allora Real Museo Borbonico – le fece costruire, combinando elementi in marmo di antiche vasche di epoca romana e cemento moderno.

Nonostante fossero state in attività per quasi tutto il Novecento, da anni le fontane non erano più funzionanti, per questa ragione il loro restauro rientra nel programma di riqualificazione dei Giardini storici proposto dal MANN. E proprio la società Acqua Campania ha reso il tutto possibile: “La decisione di sostenere l’intervento di recupero e ripristino delle fontane del MANN risponde alla volontà di rappresentare la centralità dei temi della preservazione, della conservazione e della efficiente gestione della risorsa idrica in un’epoca contrassegnata dalla scarsità della risorsa primaria, e dalla necessità di un ripensamento dei modelli di governo del servizio idrico, soprattutto nel Mezzogiorno” afferma l’amministratore delegato della società, Franco Cristini.

Gli ideali dell’azienda campana infatti si sposano perfettamente con quelli del MANN, sostenuti strenuamente dal direttore Paolo Giulierini: sostenibilità ambientale, cura del verde e sensibilità sociale. Il restauro delle fontane rientra in un progetto più ampio che vedrà l’atrio e i giardini del Museo aprirsi gratuitamente alla città e offrire la visione di un locus amoenus, con fontane zampillanti e vegetazione rigogliosa, oltre alla possibilità di ammirare la Gran Tazza Farnese, una vasca in porfido rosso risalente al II sec d.C. (fra l’età di Traiano e quella adrianea), situata al centro del giardino.

Scorcio sulla Gran Tazza Farnese, ph. Marco Enrico Giacomelli

Promotrice dell’incontro con Acqua Campania è stata Mirella Barracco, Presidente dell’Advisory Board del MANN, “passato e presente, ricerca e imprenditoria si legano grazie ad una rete virtuosa nel nome della cultura.” E proprio nel nome della cultura saranno i primi lavori del team scientifico del MANN: restauro dei materiali lapidei archeologici delle fontane, consolidamento superficiale e strutturale, rimozione delle stuccature in cattivo stato di conservazione e realizzazione di nuove con materiali compatibili con gli originali.

Successivamente si procederà con la messa in funzione delle tre fontane che prevede un’attenta pulizia delle strutture e la creazione di un sistema di ricircolo dell’acqua, rimanendo in linea con la vocazione green del MANN.

 

Advertisement
Articolo precedenteIl Parco Archeologico di Velia tra storia nota e nuove importanti scoperte.
Prossimo articoloLa mostra “Terra. La scultura di un paesaggio” racconta una Cuma inedita.
Mara Zoppi

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here