Il clima che ci porta al Museo archeologico di Reggio Calabria è quello delle grandi feste, non solo perché oggi all’inaugurazione erano presenti, oltre le autorità locali, anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, ma perchè la città attendeva da ben dieci anni la riapertura di questo grande polo museale calabrese. Il nuovo museo non è solo quello dei Bronzi di Riace, forse i reperti più identificativi della Calabria archeologica, ma l’obiettivo della nuova dirigenza, capitanata da Carmelo Malacrino, è quello di restituire all’Italia e al mondo un luogo nuovo che conserva e illustra l’ascesa, il lusso e il declino della civiltà della Magna Grecia nata dall’incontro dei coloni Greci con le popolazioni indigene locali.

In questo nuovo spazio espositivo l’archeologia riesce a dialogare con le diverse culture che hanno attraversato lo Stretto per secoli, in armonia e in una successione di reperti e sale che accolgono il visitatore ma non lo disorientano seppur investiti dalla grande ricchezza di reperti. Le vetrine sono ben 200, organizzate in 4 piani che attraversano un arco cronologico ampio, dalla preistoria alla conquista romana della Calabria.
Il nuovo MarRC, si propone cosí di entrare nella top ten dei musei italiani, gli spazi interni completamente riorganizzati ospiteranno eventi e mostre internazionali, facendo del museo non solo un tempio espositivo, ma un luogo vivo e creativo per la città. Le nuove tecnologie affiancano i pannelli esplicativi, permettendo così anche ad un pubblico straniero di poter capire e ammirare le ricche vetrine; ogni sala infatti è dotata di pannelli touch-screen dove è possibile approfondire alcune tematiche e osservare in 3D monete e reperti.
Il percorso è così articolato:
Protagonista assoluta è la Magna Grecia, culla di vivacità artistica, storica e culturale che in terra calabrese si è manifestata con particolare splendore. Si sale al secondo piano (Piano A : prima della Magna Grecia) il percorso ci porta indietro nel tempo, agli albori della frequentazione umana in Calabria da parte sia dell’uomo di Neanderthal sia dell’Homo Sapiens. All’età della pietra seguirono le età dei metalli, del rame, del bronzo e del ferro, e il percorso prosegue al primo piano ( Piano B : Città e santuari della Magna Grecia) dove è possibile ammirare tra templi, sculture ed ex-voto lo splendore delle poleis magno greche, portatrici dei valori della madre patria ma innovatrici nel rielaborare gusti e stili. Scendendo una rampa si accede al (Piano C : Aspetti di vita quotidiana nelle città della Magna Grecia), dove si mostrano le testimonianze materiali di teatro, poesia, musica che tanta importanza ebbero nelle colonie, ma anche semplici arredi, suppellettili delle case e documenti materiali delle attività artistiche delle botteghe artigiane. La seconda parte del piano subisce una cesura : entrano in scena i popoli italici, i Lucani e i Brettii che conquistarono le città magno-greche ponendo fine al loro splendore. Il percorso arriva così al piano terra ( Piano D) dedicato alla città che ospita il museo : la Reghion greca e la Regium romana, città attraversata da più fasi, messa in mostra attraverso una riuscita sintesi di reperti che ne attestano la lunga storia. Ed infine una sala, quasi tutta dedicata a loro, i protagonisti del Museo, i Bronzi di Riace, affiancati da altri capolavori rinvenuti nelle acque di Porticello, dalla testa di Basilea, e dalla testa del Filosofo del quale un ologramma ne ricostruisce ipoteticamente le fattezze, cioè quelle di un anziano poeta.

La nostra impressione è assolutamente positiva, il museo è davvero ben organizzato, sia per un pubblico esperto che per i semplici curiosi che vogliono ammirarne i reperti. Non possiamo che fare i migliori auguri al direttore Malacrino e a tutto lo staff, e che finalmente Reggio Calabria possa diventare così un centro di attrazione per tutto il Sud Italia, che dopo Napoli continua con altre meraviglie archeologiche, frutto di incontri e scontri secolari.