Una nuova indagine scientifica ha rivelato che Raffaello utilizzò il blu egizio per realizzare nel 1518 gli affreschi della Loggia di Amore e Psiche a Villa Farnesina.

L’affresco di Raffaello alla Loggia di Amore e Psiche di Villa Farnesina

La grande scoperta è stata possibile grazie all’utilizzo di un nuovo strumento per la diagnostica dei beni culturali. Tramite un visore capace di individuare e localizzare in tempo reale il blu egizio grazie alla luminescenza indotta da luce visibile, il Centro linceo di ricerca sui beni culturali Villa Farnesina (Cerif) diretto da Antonio Sgamellotti ha individuato i pigmenti blu prodotti più di tremila anni fa dagli antichi Egizi. Questo tipo di pigmento artificiale costituito da rame, silicio e calcio si era diffuso così tanto nell’antichità che venne utilizzato in tutto il bacino del Mediterraneo in modo continuativo fino alla caduta dell’Impero Romano, per poi andare in disuso.

Dettaglio dell’affresco di Raffaello alla Loggia di Amore e Psiche di Villa Farnesina (dal sito di Villa Farnesina)

Le indagini svelano che secoli dopo, durante il Rinascimento, qualcuno riuscì a riprodurlo di nuovo e utilizzarlo, come fece Raffaello e gli artisti della sua bottega.

Loggia di Amore e Psiche affrescata da Raffaello a Villa Farnesina

La stessa equipe al lavoro a Villa Farnesina aveva già individuato nel 2020 la presenza del blu egizio in un’altra opera di Raffaello Sanzio, nel Trionfo di Galatea.

Advertisement

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here