© Ministero per il Turismo e le Antichità egiziane – modificato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico

Continuano a riservare sorprese gli scavi nel governatorato di el Minya (Medio Egitto).

Questa volta tocca alla missione dell’Università di Barcellona in collaborazione con l’Istituto per il Vicino Oriente Antico, che scava nella necropoli di Al Bahnasa, l’antica Ossirinco, dal 1992, avendo portato alla luce sepolture e manufatti di epoca saitica, greco-romana e copta. Il sito, già famoso per l’importantissima collezione di papiri e documenti di epoca greco-romana, nonché per la presenza di templi, teatro, ippodromo, impianti termali e arte copta, ha ora restituito dalla sua necropoli delle novità.

© Ministero per il Turismo e le Antichità egiziane

Con una conferenza stampa, il Ministero per il Turismo e le Antichità egiziane ha divulgato la scoperta, all’interno della necropoli, di sepolture scavate nella roccia. Le mummie dei soggetti rinvenuti sono avvolte in bende di lino dipinte, possiedono maschere funerarie dorate o dipinte, e su due individui sono state trovate lingue in foglia d’oro. La lingua d’oro è una pratica comune di questo periodo, come attestano scavi precedenti ad Ossirinco e a Taposiris Magna (Alessandria): essa aveva lo scopo di assicurare al defunto la capacità di parlare davanti al tribunale presieduto da Osiride nell’aldilà.

© Ministero per il Turismo e le Antichità egiziane

Altri ritrovamenti riguardano diverse statuine in terracotta, molte delle quali raffigurano il cosiddetto tipo della “Iside-Afrodite”, in chiara connessione con il tema della fertilità, sigilli e unguentari.

© Ministero per il Turismo e le Antichità egiziane

Si aggiungono blocchi di pietra dipinti con temi vegetali e animali che probabilmente appartenevano ad un edificio poi andato distrutto.

© Ministero per il Turismo e le Antichità egiziane

Secondo quanto riportato da Gamal Al-Samastawi, direttore generale dell’Archeologia dell’Egitto Centrale, sarebbero almeno 23 le mummie rinvenute al di fuori dei sarcofagi.

Ulteriori indagini amplieranno le conoscenze e le pratiche funerarie di questo periodo acquisite in almeno trent’anni di scavi archeologici.

Per saperne di più: The Oxyrhyncus Mission – Universitat de Barcelona

Gallery, © Ministero per il Turismo e le Antichità egiziane:

Advertisement
Articolo precedenteL’Etiopia raccontata da Alberto Elli: un viaggio storico sull’”acrocoro abissino”
Prossimo articoloIl blu egizio nella Loggia di Amore e Psiche di Raffaello
Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here