Credit: Cambodian Archaeological Lidar Initiative

Continuiamo il nostro viaggio tra le scoperte in competizione per il premio della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA), l’International Archaeological Discovery Award in onore dell’archeologo Khaled al-Asaad. Ricordiamo ancora una volta che l’ordine di presentazione dei candidati al premio è assolutamente casuale.

Oggi ci spostiamo in Cambogia per il ritrovamento dell’antica città perduta di Mahendraparvata, gioiello dell’Impero Khmer sepolto fino a oggi nella fitta foresta cambogiana. In effetti una piccola parte della città era già venuta alla luce nel 2012 ma oggi, grazie alla tecnica LIDAR (Light Detection and Ranging), ovvero la tecnologia di telerilevamento laser aviotrasportata, il team di archeologi guidato dalla Fondazione di Archeologia e Sviluppo di Londra (ADF Archaeology & Development Foundation) è riuscito a individuare i siti non ancora scoperti e a tracciare una mappa della città.

Dal 2008 la fondazione sta seguendo il progetto “Phnom Kulen Program” grazie alla collaborazione dell’Autorità Aspara della Cambogia (National Authority for the Protection and Management of Angkor and the Region of Siem Reap) e al supporto della Scuola francese dell’Estremo Oriente di Parigi. Il lavoro che ha portato alla scoperta della città perduta è stato diretto dall’archeologo Jean-Baptiste Chevance. Fu proprio quest’ultimo, insieme al collega Damian Evans della University of Sidney’s Overseas Research Centre a Siem Reap-Angkor, a trovare le prime tracce di Mahendraparvata.

Dal punto di vista cronologico la città risale al IX secolo d.C. e si estende per 50 Km quadrati sul massiccio collinare di Phnom Kulen, a nord-est del sito di Angkor. Il ritrovamento di Mahendraparvata è straordinario perché questa città fu una delle prime capitali dell’Impero Khmer, il cui potere nel sud-est asiatico attraversò i secoli compresi tra il IX e il XV. Inoltre venne organizzata secondo uno schema a griglia molto preciso e lineare.

A proposito dell’Impero Khmer non possiamo dimenticare che la sua influenza oltrepassò i confini della Cambogia, inglobando buona parte del Vietnam, della Thalandia e del Laos. Purtroppo la città di Mahendraparvata non conobbe una fortuna duratura. Il suo popolo decise di spostarsi e fare di Angkor la sua nuova capitale. I motivi erano del tutto pratici: Angkor era situata in un luogo pianeggiante, dunque era più adatta alla coltivazione e all’allevamento del bestiame.

Del resto l’Impero Khmer doveva la sua prosperità proprio all’agricoltura e costruirono un complesso sistema di irrigazione per le risaie, la fonte primaria di sostentamento insieme alla pesca. A quanto pare la società era organizzata secondo un sistema gerarchico che riprendeva il sistema delle caste indiane. Possiamo anche ricordare che la maggior parte della popolazione apparteneva alla classe contadina e che le religioni principali furono l’Induismo e il Buddhismo.

Sembra anche che le donne dell’Impero godessero di una certa libertà. Naturalmente gli studi sulla città di Mahendraparvata, così come quelli sull’Impero Khmer, sono ancora in corso. A proposito della scoperta della città i ricercatori hanno dichiarato: “Fino a oggi la regione montuosa di Phnom Kulen ha ricevuto sorprendentemente poca attenzione. Manca quasi del tutto dalle mappe archeologiche, ad eccezione di una serie di punti che indicano i resti di alcuni templi in mattoni”. I risultati di questa affascinante ricerca e della scoperta della città di Mahendraparvata sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Antiquity.

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Credit: Cambodian Archaeological Lidar Initiative
Credit: Archaeology Development Foundation
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