il team Mummy Project nelle persone di: dr. Alessandro Bulfoni, Responsabile di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Humanitas San Pio X di Milano, dott.ssa Sabina Malgora, direttore, dr. Chantal Milani, antropologo e odontologo forense, dott.ssa Francesca Motta, osteoarcheologo. Foto di Valentina Marchetti.

Ieri, martedì 21.09 c.a. la mummia egizia del Museo Civico Archeologico di Bergamo si è sottoposta ad una endoscopia laparoscopica. Ad eseguire l’esame, il team Mummy Project nelle persone di: dr. Alessandro Bulfoni, Responsabile di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Humanitas San Pio X di Milano, dott.ssa Sabina Malgora, direttore, dott.ssa Francesca Motta, osteoarcheologo, dr. Chantal Milani, antropologo e odontologo forense.

Sono stati usati diversi strumenti forniti da Karl Storz Endoscopia Italia S.r.l. attraverso il concessionario Carlo Bianchi tecnologie chirurgiche.

Sono stati prelevati all’interno della mummia campioni di ossa, bende, materiali organici e inorganici; al tempo stesso è stato possibile vedere con i propri occhi dentro la mummia, effettuare filmati e scattare fotografie, passando dalla visione 3D virtuale della TAC, tomografia computerizzata, alla visione diretta. L’esame non ha comportato rischi per la mummia, che a breve si sottoporrà a restauro. Anche l’evento di oggi fa parte del progetto “Una mummia da salvare” ideato dal Mummy Project (www.mummyproject.it).

video Storz con immagine dell’interno della mummia al momento del campionamento. Foto di Valentina Marchetti.

I campioni prenderanno ora la via dei laboratori di ricerca che si occuperanno delle opportune analisi: datazione al C14, presso il Rem ed il German Mummy Project di Manheim diretto da Wilfried Rosendhal; DNA batterico e analisi proteine animali e vegetali presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche, Università di Milano a cura del Prof. Luigi Bonizzi e del prof. Alessio Soggiu; pigmenti, componenti organiche ed inorganiche saranno infine inviati al dr. Marco Nicola, dottore di ricerca del Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Torino, e direttore di Adamantio srl, Science in Conservation.

 

 

L’esame ha confermato ciò che la TAC aveva già evidenziato: l’individuo si presenta scheletrizzato, con le ossa non in connessione anatomica. Si tratta di un uomo adulto, alto circa 177 cm (+/-3cm).

Spetta ora alle analisi rispondere a molti altri quesiti, tra cui le sostanze usate per la mummificazione, la datazione assoluta e la conferma del profilo antropologico e patologico.

È la seconda volta che il Mummy Project effettua una endoscopia laparoscopica su una mummia, un esame sofisticato e di difficile attuazione poiché i corpi sono avvolti in spesse bende che ne inibiscono l’accesso diretto.

La mummia con l’endoscopio Storz in azione. Foto di Valentina Marchetti.

Il progetto “Una mummia da salvare”

Ideato dal Mummy Project, diretto da Sabina Malgora, in collaborazione con il Museo sotto l’egida del Comune, in particolare nella persona dell’Assessore alla Cultura, dott.ssa Nadia Ghisalberti, il progetto è sostenuto dalla Fondazione Comunità Bergamasca, da  Rotary Club di Bergamo, GP Batteries International leader nella produzione di batterie tradizionali, ricaricabili e powerbank (www.gpbatteries.com), Karl Storz Endoscopia Italia S.r.l. (www.karlstorz.com), BPS S.r.l. Consulenza e Servizi per l’Ambiente (wwwbpssrl.it), Agenzia Funebre Regazzi (www.onoranzefunebriregazzi.it) di Calusco d’Adda (BG).

Lo scopo del progetto è garantire l’eternità alla mummia, come voluto dal processo di mummificazione, e rendere fruibile il reperto per gli anni a venire.

Pertanto prima di effettuare il restauro e prepararla all’esposizione, sono state effettuate indagini radiologiche (TAC) dal team del Mummy Project, tra cui Chantal Milani, antropologa forense, Francesca Motta, osteoarcheologa e dal team di Radiologia del Policlinico di Milano diretto dal Prof. Gianpaolo Carrafiello. Il progetto prevede analisi chimiche e fisiche, utili a ricostruirne la storia e l’identità, incrementando le conoscenze sia sulla vita che sulla morte dell’individuo, ma anche sulle tecniche di mummificazione. Inoltre è prevista la ricostruzione forense del volto, a cura della dr. Chantal Milani, che restituirà alla mummia le sue sembianze permettendo a tutti, studiosi ed appassionati, di vederne la fisionomia.

Da sx: Stefania Casini, Direttrice Museo Archeologico di Bergamo, il team Mummy Project nelle persone di: dott.ssa Francesca Motta, osteoarcheologo, dr. Alessandro Bulfoni, Responsabile di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Humanitas San Pio X di Milano, dott.ssa Sabina Malgora, direttore, dr. Chantal Milani, antropologo e odontologo forense e Valentina Marchetti, project manager. Foto di Valentina Marchetti.

Il Museo Archeologico di Bergamo è situato in una delle città più afflitte dal Covid, che non si arrende e continua a pensare al futuro non solo investendo nel sociale, ma anche nella cultura. Il Comune, in particolare nella persona dell’Assessore alla Cultura, dott.ssa Nadia Ghisalberti, infatti ha deciso di rinnovare completamente il museo, diretto dalla dott.ssa Stefania Casini, affrontando importanti lavori strutturali che lo trasformeranno in un museo nuovo e all’avanguardia. Dalle asce di pietra alle spade di ferro, dagli ornamenti di bronzo celtici alle croci d’oro longobarde, dalle urne cinerarie alle lapidi romane e poi ceramiche, vetri, sculture e mosaici.  Un viaggio nel tempo sulle tracce dei Celti, dei Romani e dei Longobardi vissuti a Bergamo e nei territori della Provincia.

Tutti i reperti, dalla Preistoria ai Longobardi, troveranno spazio in un nuovo allestimento, ma la grande novità è che sarà creata una nuova sezione egizia. I reperti egizi oggi non sono giustamente valorizzati. Vi sono 22 shabti (statuette funerarie in faience), 8 bronzetti, 10 amuleti, una mano sbendata, un dito sbendato montato su un supporto ligneo, un piede sbendato, un sarcofago con la mummia.

Questa parte sarà realizzata con la collaborazione del Mummy Project: protagonisti saranno la mummia di Akhekhonsu, non esposta al pubblico, ed il suo sarcofago, che riporta il nome del proprietario, che significa “è vivo il dio Khonsu”.

Il Mummy Project, centro Ricerche e sviluppo progetti, è finalizzato allo studio dei reperti organici, in particolare mummie umane e di animali, attraverso analisi effettuate con le più moderne tecniche di indagine medica ed investigativa, eseguite da un’équipe multidisciplinare, in grado di recuperare tutte le informazioni disponibili e di confrontarle nel panorama scientifico di riferimento, nel rispetto della integrità e della conservazione dei reperti. Restituisce un’identità alle mummie completando il quadro storico e culturale da cui provengono. Collabora con università, musei, fondazioni ed istituzioni culturali. Organizza inoltre mostre, eventi culturali.

 

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