Completato il restauro della cappella della barca sacra di Thutmose III

0
2595
Cappella sacra in calcare di Thutmose III / ph. cfeetk

Il “Centre Franco-Egyptien d’Etude des Temples de Karnak” (CFEETK) ha finalmente completato i lavori di restauro della cappella della barca sacra di Thutmose III ricostruita presso l’Open Air Museum di Karnak, il museo all’aperto del famoso complesso templare di Luqsor. Dopo la ricostruzione delle pareti avvenuta nel 2010, era stata avviata la parte più delicata del restauro: operazione che prevedeva il riposizionamento di un architrave e della lastra del soffitto ridotta purtroppo in frammenti. Il  direttore del CFEETK, l’egittologo francese Christophe Thiers, spiegandoci il tipo di intervento effettuato, ci riferisce che questa procedura è stata eseguita manualmente con l’ausilio di martinetti idraulici e l’erezione di pareti provvisorie, sinergia che ha consentito il progressivo sollevamento del soffitto fino all’altezza delle pareti millenarie. Successivamente la lastra è stata fatta scivolare lateralmente permettendo al blocco di calcare di 76 tonnellate di riacquisire la sua collocazione originale (sotto un breve ed esplicativo video mostra dettagliatamente le fasi d’avanzamento dei lavori del  difficile posizionamento della lastra).

Ultimati i lavori di conservazione e pulizia, la cappella della barca di Thutmose III è ora pronta per essere aperta ai visitatori dell’Open Air Museum di Karnak. La ricostruzione dell’edicola è stata possibile grazie al ritrovamento tra il 1914 e il 1954 dei frammenti che erano sparsi un po’ ovunque nel complesso templare dedicato al dio Amon: parte di essi costituivano il materiale di riempimento del terzo pilone, altri blocchi erano stati individuati di fronte al nono pilone ed altri ancora nella fondazione di una nicchia del secondo pilone.

Il ricollocamento dell'architrave della cappella Thutmose III / ph. cfeetk
Il ricollocamento dell’architrave della cappella Thutmose III / ph. cfeetk

Nell’antichità questo edificio sacro voluto da Thutmose III era stato costruito di fronte al quarto pilone ed era una delle sei stazioni intermedie che ospitava la barca sacra di Amon durante le processioni che venivano effettuate in occasione di alcune festività officiate sempre in presenza del faraone. Durante queste celebrazioni la statua di Amon usciva dal santuario sulla sua barca, la quale veniva portata a spalla dai sacerdoti addetti; lungo il tragitto il simulacro veniva depositato nelle varie cappelle che segnavano le stazioni delle processioni e da lì, poi, durante le celebrazioni della Bella Festa della Valle raggiungeva i templi della riva occidentale e quello di Luqsor durante la Festa di Opet. All’interno le cappelle erano pressoché spoglie, il luogo era troppo piccolo anche  per contenervi e esporvi ex voto e statue; era presente un naos e i sacerdoti  portavano di volta in volta alcuni vasi per le purificazioni e le aspersioni di rito. Durante il corteo, il faraone, una volta giunto all’edicola,  rompeva il sigillo che chiudeva i battenti dell’ingresso della cappella e quando la processione tornava indietro sigillava nuovamente la porta.

E’ curioso notare che circa un secolo dopo Thutmose IV costruì la sua cappella proprio a ridosso di questa appena restaurata.

Sources: Ministry of Antiquities, Cairo and CFEETK

Advertisement
Articolo precedenteLa stele delle spade e le altre. Sculture orientalizzanti dall’Etruria Padana
Prossimo articoloAlla scoperta dell’antica Urbs Salvia
Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here