© Marco Ramadori / Viarum
A Falerio Picenus (Falerone), comune delle Marche, sono stati presentati i risultati dei primi scavi successivi alle prospezioni geofisiche che, negli ultimi anni, hanno interessato l’area archeologica. Le indagini sono state avviate dopo che il professore Paolo Storchi (UniBo) aveva individuato delle anomalie nella foto satellitare del sito.
Queste riguardavano alcune piante che, cresciute sui muri, si erano seccate, mettendo in evidenza le diverse strutture murarie. I risultati della prima campagna di scavi a Falerio Picenus sono importanti poiché sembrano collegare l’anfiteatro romano, uno dei meglio conservati delle Marche e utilizzato ancora oggi per gli spettacoli, ad altre strutture, forse ad esso connesse, in quanto mostrano una tecnica costruttiva molto simile. Tra queste, un tempio romano con abside e pavimento in marmo, le cui lastre provengono da diverse parti dell’impero romano, e una domus.
Inoltre, il gruppo di lavoro diretto dal professor Enrico Giorgi (UniBo) ha individuato una strada con droni e magnetometro, e gli scavi hanno messo in luce marciapiedi ai lati e una colonna con un muro, forse una strada con porticato trovandosi in area pubblica e all’incrocio con un’altra strada, che si ipotizza essere il decumano. Ciò significherebbe che si è nella zona del foro.
I dati noti e le indagini archeologiche in corso, come le future, molto potranno aggiungere alla storia di Falerio Picenus.