Assegnato l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”. The winner is…

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Giunto alla terza edizione, è stato assegnato oggi l’International Discovery Award “Khaled al-Asaad” alla migliore scoperta archeologica 2016. Vincitrice è la scoperta di una città dell’Età del Bronzo nel nord del Kurdistan da parte di Peter Pfälzner.

L’International Archaeological Discovery Award, il Premio intitolato a Khaled al-Asaad, Direttore dell’area archeologica e del Museo di Palmira dal 1963 al 2003, che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.
La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e Archeola prima testata archeologica italiana, hanno inteso dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche attraverso un Premio annuale assegnato in collaborazione con le testate internazionali, tradizionali media partner della Borsa: Current Archaeology (Regno Unito), Antike Welt (Germania), Dossiers d’Archéologie (Francia), Archäologie der Schweiz (Svizzera).
Nella 1ª edizione (2015) il Premio è stato assegnato a Katerina Peristeri per la Tomba di Amphipolis (Grecia); la 2ª edizione (2016) all’INRAP Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (Francia), nella persona del Presidente Dominique Garcia, per la scoperta della Tomba celtica di Lavau.

Le cinque scoperte del 2016 sono state:

·              la grande città dell’Età del Bronzo presso il piccolo villaggio curdo di BassetkiIraq
·              l’edificio della barca di Sesostri III e i graffiti di 120 navi ad Abido, Egitto
·              la prima opera architettonica dei Neanderthal in una caverna di Bruniquel, Francia
·              la città indo-greca di Bazira, Pakistan
·              le 400 tavolette di epoca romana ritrovate nella City di Londra, Regno Unito

Nel 2016, un team di archeologi dell’Istituto di Studi del Vicino Oriente Antico dell’Università di Tubinga (IANES) ha  scoperto un insediamento dell’età del Bronzo nel nord dell’Iraq, presso il piccolo villaggio curdo di Bassetki, non lontano dalla città di Dohuk nella regione autonoma del Kurdistan, fondato intorno al 3000 a.C. Gli archeologi, durante le operazioni di scavo, hanno anche scoperto strati di insediamento che si riferiscono all’impero accadico (2340-2200 a.C.)

Credits Peter Pfalzner

Il team di esperti, guidato dal Prof. Peter Pfalzner dell’Università di Tubinga e dal dott. Hasan Qasim della Direzione delle Antichità Dohuk, ha inoltre individuato, tramite misurazione geomagnetica, anche una vasta rete stradale, vari quartieri residenziali, grandi case e un edificio particolarmente sontuoso dell’età del Bronzo. Ma le scoperte non finiscono qui. Tra i reperti rinvenuti sono emersi frammenti di tavolette cuneiformi assire risalenti al 1300 a.C. circa che hanno suggerito la presenza di un tempio dedicato al dio mesopotamico Adad, signore della tempesta. L’antica città possedeva mura difensive che correvano intorno alla parte superiore della città già nel 2700 a.C. e una necropoli al di fuori del perimetro cittadino . Inoltre, il centro sconosciuto, era collegato ai vicini insediamenti mesopotamici ed anatolici tramite un percorso viario risalente all’incirca al 1800 a.C.

Il Premio sarà consegnato a Peter Pfälzner, Coordinatore della missione archeologica e Direttore del Dipartimento di Archeologia del Vicino Oriente dell’IANES Institute Ancient Near Eastern Studies dell’Università di Tubinga (Germania), venerdì 27 ottobre alla presenza di Waleed, Fayrouz e Omar, archeologi e figli di Khaled al-Asaad.

WALEED, ultimo Direttore dell’Area Archeologica e del Museo di Palmira, era stato catturato insieme al padre e poi rilasciato dall’Isis nel 2015. Una prigionia di sei lunghi giorni fatta di violenze psicologiche e anche fisiche.
FAYROUZ, archeologa, vive a Berlino dove sta completando un master all’Università in attesa di tornare in patria. Con il padre e con il fratello maggiore Waleed, che ne aveva ereditato il ruolo di Direttore del sito, Fayrouz lavorava quotidianamente.
OMAR, archeologo, era presente con la madre al momento del rapimento del padre.

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico è riconosciuta sin dal suo inizio da Unesco e Unwto quale best practice di dialogo interculturale, non solo attraverso la partecipazione nel Salone Espositivo di circa 25 Paesi Esteri e la presenza annuale di un Paese Ospite Ufficiale (negli anni Egitto, Marocco, Tunisia, Siria, Francia, Algeria, Grecia, Libia, Perù, Portogallo, Cambogia, Turchia, Armenia, Venezuela, Azerbaigian, India), ma anche per dedicare annualmente dal 2015 nell’ambito del programma tre significativi momenti a questo tema. Oltre all’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, infatti:
– l’incontro “#pernondimenticare il Museo del Bardo, 18 marzo 2015” con la partecipazione del Direttore Moncef Ben Moussa, a seguito dell’accadimento tanto funesto al Museo di Tunisi, per ricordare che il patrimonio culturale è uno strumento fondamentale per il dialogo fra le culture: ogni cittadino del mondo, al di là di appartenenze religiose o politiche, deve essere consapevole che il patrimonio culturale è un bene comune e rappresentazione di identità nazionale, per cui va difeso da tutti i Paesi che fanno della democrazia il loro baluardo;
– “#unite4heritage for Palmyra”, la serie di incontri sulla distruzione del patrimonio culturale e sulla disintegrazione delle identità: la tragedia che insanguina il Vicino Oriente sta mettendo in pericolo l’esistenza, non solo delle persone, uccise o costrette alla fuga e all’esilio, ma anche di patrimoni culturali, che rappresentano allo stesso tempo identità e storia di importanti civiltà. La Siria è la regione dove si è sviluppata la civiltà urbana e la straordinaria città carovaniera di Palmira, all’interno di un’oasi rigogliosa e verdeggiante, è il simbolo dell’incontro di culture.
Inoltre, la Borsa in occasione del Ventennale è anche in lingua araba. È la campagna molto innovativa e senza esempi analoghi in Europa o nel mondo nell’ambito delle Fiere del Turismo, che con lo slogan “Con BMTA il turismo archeologico parla arabo” invita le persone di lingua araba interessate all’archeologia e al turismo culturale a connettersi con il sito www.bmta.it o a visitare Paestum, colonia della Magna Grecia che ha fatto tesoro della cultura greca e di quella romana, custodendo le vestigia di entrambe.
“Non è un progetto commerciale, ma culturale – come afferma il fondatore e direttore Ugo Picarelli – quella di una nuova forma di inclusione sociale, in nome della denominazione “Mediterranea” della Borsa (area geografica crocevia di civiltà) e del voler perseguire la mission della “diplomazia culturale”. Nel salernitano, come nel Sud Italia, vivono migliaia di cittadini arabi, moltissimi dei quali, probabilmente, del patrimonio culturale non sanno nulla, benché vivano in luoghi dove si afferma la loro storia e dove emerge a pieno una parte non certo secondaria della loro tradizione culturale. Scoprirla non è solo un’acquisizione di conoscenza, ma una opportunità di dialogo e confronto, consapevoli nella loro lingua che il patrimonio culturale, non solo quello dei siti Unesco, appartiene anche a loro”.

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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