Museo Caburrum: l’archeologia alla portata di tutti

0
1268

Nell’abbazia medievale di Santa Maria di Cavour (XI sec.), presso quel che era un monastero benedettino, si erge il Museo Archeologico di Caburrum. Tale denominazione è connessa al sito ove è collocato, il Forum Vibii Caburrum, antico centro romano risalente al 45-44 a.C. per volere del console Caio Vibio Pansa Cetroniano. L’area raggiunse il massimo splendore nell’età Augustea (dal I secolo a.C. al I secolo d.C.) e successivamente venne più volte distrutta e ricostruita, come testimonia l’abbazia edificata su delle preesistenze antiche. Tale scoperta venne effettuata durante i lavori di restauro del 1978, quando nella parte inferiore al piano pavimentale vennero individuate le strutture murarie in fondazione, resti di abitazioni di epoca romana, nonché il selciato stradale coevo.

Immagine Tratta Dal Sito www.abbaziasantamaria

La storia di questo museo risale al 1905, anno di fondazione del “Museo parrocchiale di Cavour” per volontà di monsignor Bernardo Arato. A seguito di acquisti o baratti erano giunti reperti archeologici risalenti al periodo romano, quali anfore, specchi, monete, vasetti, tombe e lapidi. Alcuni reperti erano stati esito di fortuiti rinvenimenti o di indagini mirate nell’area comunale. Nel 1970 il vicario Mario Amore dona tali reperti al Comune di Cavour per poterli esporre in un sito idoneo, identificato poi nei locali annessi all’abbazia di Santa Maria originariamente adoperati come tinaggio, che ricevettero attività di pulitura ed un’adeguata illuminazione a cura della Pro Loco. Benché vili furti decimarono la collezione, nel 1785 venne promosso un piano di rilancio con mostre storiche e visite guidate da volontari, all’interno dei principali percorsi turistici del comune di Cavour. L’attuale museo venne poi inaugurato nel 2008, grazie alla collaborazione tra il Comune e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Egizio di Torino.

Immagine Tratta Dal Sito www.abbaziasantamaria

La visita al museo rappresenta una tappa dell’itinerario relativo alla Riserva Naturale Speciale della Rocca di Cavour, mostrando le varie caratteristiche dell’occupazione della regione limitrofa mediante un percorso che dalla preistoria giunge all’alto Medioevo. La raccolta, finanziata dal Settore Musei della Regione Piemonte e dalla Compagnia San Paolo, mira ad offrire una visione globale sull’occupazione territoriale risalente al Neolitico, come testimoniato dalle arti rupestri con esemplari di incisioni e pittura sulle rocce.  La collezione presenta reperti di corredi tombali e di strutture insediative, nonché un lapidarium con iscrizioni risalenti al I-VII sec. d.C., affiancati da sussidi narranti gli eventi storici in cui si inseriscono. Vi sono oggetti tipici della vita quotidiana, dall’ambito culinario a quello della cura personale, dal settore commerciale a quello artistico-architettonico, indici di una cittadina vitale sin dal periodo preromano con una continuità dall’epoca imperiale a quella altomedievale. In particolar modo si ricordano una stele, quale testimone della donazione di una piscina/bagno pubblico alla comunità locale, delle epigrafi tardoantiche riguardanti i membri delle prime comunità cristiane e l’epitaffio tardomedievale di San Proietto.

L’apertura è prevista per ogni fine-settimana, organizzando altresì dei percorsi didattici per i ragazzi delle scuole al fine di una maggiore conoscenza e di un giusto apprezzamento dei beni archeologici del proprio territorio. Tali attività pratiche variano in relazione all’età, educando ad un agire cosciente e progettuale, fondato sull’esplorazione e sulla partecipazione attiva. Inoltre talvolta il museo ha organizzato percorsi educativi per le famiglie, inducendole a disegnare oggetti e architetture che rievochino la storia del luogo. Tra i numerosi servizi promossi vi sono visite guidate, workshop per adulti, convegni, mostre temporanee, attività educative e laboratori didattici.

Immagine Tratta Dal Sito www.cavour.info

I laboratori didattici per le Scuole d’infanzia, primaria e secondaria prevedono percorsi di comprensione dell’universo segnico, con la riproduzione multiforme dei segni presenti nel plesso museale e abbaziale. Adottando differenti tecniche, i vari gruppi di studenti produrranno un catalogo che mostrerà l’origine di tali segni, diffondendo in maniera originale ed interessante la storia territoriale. Vi sono poi visite guidate da un maestro lapicida, con celeri corsi sulla scrittura antica finalizzati allo studio della spaziatura, della riproduzione delle lettere e della decorazione epigrafica. Ne consegue la comparazione con le attuali strategie comunicative per una migliore comprensione culturale. Viene altresì promossa la sperimentazione, la ricerca e la simulazione di tecniche di scavo del sito archeologico, coinvolgendo gli allievi nel ritrovare reperti. Interessante poi l’incitamento a conoscere ed edificare oggetti tipici della quotidianità mediante la manipolazione dell’argilla, in particolar modo con la tecnica del colombino e le decorazioni impresse, al fine di ricostruire i vasi a bocca quadrata tipici del neolitico. Sono altresì previsti percorsi sulla sommità del Parco Naturale della Rocca, ove poter avere una visione globale dei campi e dell’area centuriata, per poi tramutare gli studenti in agrimensori. Mediante l’uso di un’antica groma esploreranno il sistema di divisione territoriale utilizzato in età romana, suddividendo in appezzamenti il parco dell’Abbazia al fine di riprodurre la centuriazione romana ancora visibile nei campi circostanti. Inoltre, visionando i capitelli della Cripta dell’Abbazia è possibile studiare l’architettura cristiana altomedievale, realizzando capitelli tridimensionali in cartoncino da decorare. Infine peculiari visite rievocano l’ambito ludico degli antichi romani partendo dalla pedina ivi presente come resto della tabula lusoria, da far ricostruire insieme alle pedine con vari materiali per consentire agli studenti di conoscere attivamente un gioco risalente a 2.000 anni fa.

Pertanto, le molteplici e affascinanti modalità di conoscenza del patrimonio storico-artistico che questo museo promuove costituiscono un’originale forma di valorizzazione che andrebbe emulata anche in altre strutture museali. In tal modo è possibile avvicinare il pubblico ad un ambito che solitamente viene relegato agli addetti ai lavori, conducendolo invece ad una maggiore sensibilizzazione e comprensione.

Giorni e orario apertura: sabato e domenica 15-18; Prenotazione: Nessuna

Info: https://www.abbaziasantamaria.it/

Advertisement
Articolo precedenteAssegnato l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”. The winner is…
Prossimo articoloScoperto a Saqqara un pyramidion dell’Antico Regno
Cristina Trimarchi

Laurea magistrale in Teorie e tecnologie della comunicazione e laurea triennale in Scienze della comunicazione, ambedue con votazione 110/110 e lode presso l’Università degli studi di Messina. Attualmente frequenta il master in Comunicazione estetica e museale presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata. È altresì iscritta ai corsi di pittura e scultura presso l’Accademia di belle arti di Reggio Calabria. Ha seguito il MOOC “Modern Art & Ideas” promosso dal Museum of Modern Art di New York. Ha frequentato l’Horcynus Summer School 2016 in “Conservazione e restauro delle opere d’arte contemporanee” organizzato dalla Scuola Euro-Mediterranea di Economia etica, di bellezza e di pace in collaborazione con l’Università degli studi di Messina e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.Attestato di merito da parte dell’Università degli studi di Messina giorno 25/07/2007. Ha altresì frequentato il corso di ceramica “La ceramica nella preistoria. Il suo ruolo nell’antichità e la produzione dei giorni nostri” presso l’istituto magistrale statale Emilio Ainis. Da sempre affascinata dalle tematiche artistiche, ha deciso di studiarle dal punto di vista teorico e pratico.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here