I PITTORI DI POMPEI
A cura di Mario Grimaldi
23 settembre 2022 – 19 marzo 2023
Museo Civico Archeologico, Bologna
Intorno alla metà del Settecento prese il via un’attività di scavo archeologico la cui eco si riverberò con grande impeto nell’arte moderna, contribuendo in modo sostanziale alla nascita del Neoclassicismo. A teorizzare questa nuova tendenza furono due grandi personalità del panorama culturale europeo, Johann Joachim Winckelmann e Anton Raphael Mengs, ma a concretizzarne il modello nelle nuove forme furono le evidenze archeologiche dell’area vesuviana, in particolare delle città di Pompei, Ercolano e Stabia.
L’attività di sterro cominciava a prendere coscienza di sé e a trasformarsi in una nuova disciplina scientifica, l’archeologia, e i disegni realizzati da artisti e archeologi nei cantieri di scavo – che via via liberavano e mostravano gli interni affrescati delle domus – cominciarono a circolare negli ambienti artistico-culturali del Vecchio Continente.
E’ il periodo delle grandi rivoluzioni. Quella Francese con le sue articolate e complesse fasi guidate dalla nuova cultura filosofico-politica, l’Illuminismo; quella Industriale in Inghilterra, con i suoi stravolgimenti sociali che ben presto raggiungono altri Paesi del Vecchio Continente; quella Americana, di certo geograficamente distante dall’Europa ma con effetti concreti anche al di qua dell’Atlantico. E l’arte ne risente.
Grazie dunque agli antichi pictores pompeiani, alla spinta ancora presente dell’Umanesimo e del Rinascimento e ai vari moti rivoluzionari, gli artisti neoclassici reinterpretano i temi dell’etica, del rigore e dell’oggettività in contrapposizione alla fatuità del rococò e alla grande abilità tecnica del tardobarocco.
Con la mostra “I Pittori di Pompei” il Museo Civico Archeologico di Bologna ci offre la possibilità di compiere un viaggio a ritroso nel tempo e di ritrovarci in quel 1748, quando Carlo III avviò i lavori di scavo nell’area vesuviana e i primi studiosi poterono ammirare le pareti affrescate, dai colori ancora sorprendentemente vividi. Grazie infatti all’inesauribile scrigno di tesori che è il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ente prestatore, e grazie alla sensibilità dell’archeologo Mario Grimaldi, curatore scientifico di questa esposizione ed esperto di pittura pompeiana, il visitatore verrà proiettato nella società del I secolo d.C.
Il progetto espositivo pone al centro le figure dei pictores, gli autori degli straordinari apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana, per comprenderne il ruolo, il rapporto con la committenza, le tecniche utilizzate, i modelli di riferimento sia greci che locali.
Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre, la mostra è resa possibile da una collaborazione culturale e scientifica tra Comune di Bologna | Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il prestito eccezionale di oltre 100 opere di epoca romana appartenenti alla collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo.