Un legame particolare quello tra l’Egitto e l’Oriente asiatico, suggellato con l’organizzazione di una grande mostra in cinque tappe. “Egypt. House of Eternity” vedrà esposti oltre 200 reperti della preziosa collezione del Museo Egizio di Torino con un percorso scientifico pensato appositamente per il continente asiatico, dove la civiltà faraonica è meno nota che in Occidente e per questo fonte e opportunità di nuove connessioni e confronti di grande rilevanza e potenzialità.
Dall’8 dicembre 2017 fino al 22 marzo 2018, saranno cinque le città protagoniste di questa grande mostra: si inizia all’Henan Provincial Museum di Zhengzhou, prima delle cinque tappe, e si proseguirà poi presso il Shanxi Museum di Taiyuan, il Liaoning Museum di Shenyang, l’Hunan Provincial Museum di Chansha e il Guangdong Provincial Museum di Guangzhou, dove si concluderà a marzo 2019.
“La calorosa accoglienza riservatami, dalla direzione dei 5 musei” ha dichiarato Christian Greco, Direttore del Museo Egizio, appena rientrato dalla Cina “ha fatto da eco alla curiosità del pubblico. Mi hanno colpito i commenti e le domande sul confronto tra le due civiltà, proposto di volta in volta lungo le tre sezioni della mostra, a riprova del vivace interesse che la gente della provincia dell’Henan e delle Pianure Centrali nutre nei confronti di un Egitto antico ancora quasi del tutto sconosciuto. Proprio il confronto e l’approfondimento scientifico, in casi come questo, semplificano e allo stesso tempo affascinano e spingono, attraverso la ricerca, ad una più accessibile interpretazione della storia. Con la Presidente Christillin e il consiglio di amministrazione crediamo fortemente nella vocazione internazionale dell’Egizio e questo successo ne è l’ennesima conferma”.
Tre sono le tematiche relative all’esposizione dei reperti; la vita quotidiana, la religione, gli usi funerari e vengono seguite due direzioni immaginarie tra loro perpendicolari: la prima, da Oriente a Occidente, dall’alba al tramonto, per illustrare la laboriosa vita quotidiana degli antichi egizi; la seconda, da Sud a Nord, lungo il Nilo fino alla sua foce, per incontrare le differenze di culto, caratteristiche del politeismo egiziano.
Fondamentale sarà l’uso del colore e della luce per coinvolgere gli spettatori che caratterizzerà ognuna delle tre sezioni: il giallo, colore associato al sole e ai culti che da esso derivano, il verde, colore del dio Osiride e simbolo di rinascita e rigenerazione e il blu, il colore legato all’Occidente e a Nut, la dea che al termine di ogni giorno inghiottiva il Sole per partorirlo di nuovo ogni mattina. La luce, accecante come il sole all’inizio del percorso, diventa soffusa evocando i templi e la religiosità, e svanendo infine per enfatizzare i reperti funerari.
Entusiasta anche a Presidente del Museo Egizio Evelina Christillin: “Sono veramente felice e orgogliosa dell’apertura allo sterminato mondo della cultura cinese da parte del Museo Egizio.“Questa mostra e il tour che seguirà rappresentano infatti il coronamento del lavoro di anni da parte del direttore Christian Greco insieme Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Torino e dello staff scientifico, oggi costituito da ben 17 egittologi, tutti giovani, preparatissimi, e provenienti da ogni parte d’Europa. La Cina ha una tradizione culturale antichissima, curiosa verso mondi geograficamente lontani come l’Egitto, ma affini per tradizioni, pratiche e linguaggi storicamente accomunabili. Mi auguro che questa ‘via della seta’ di reperti e papiri, possa aprire contatti sempre più proficui con il grande Paese asiatico, favorendo sviluppi formativi, scientifici, e perché no, anche turistici e ambientali.”
FOTO COURTESY OF MUSEO EGIZIO: