Venerdì 30 settembre, il Museo Egizio per la prima volta partecipa alla Notte dei Ricercatori offrendo al pubblico la possibilità di conoscere e sperimentare alcune aree di ricerca che afferiscono alla disciplina egittologica. Undici postazioni lungo il percorso museale e due conferenze a ingresso libero dove i partecipanti possono incontrare archeologi, egittologi, restauratori, geologi, antropologi, radiologi, docenti di chimica e fisica e ricercatori universitari pronti a svelare i reperti da un punto di vista nuovo, attraverso spiegazioni scientifiche e dimostrazioni pratiche.
Per l’occasione il Museo è aperto straordinariamente dalle ore 9.00 alle ore 24.00 e, dalle ore 18.30, è possibile accedere con un biglietto a tariffa unica € 3,00.
“Credo fortemente in questa iniziativa che mostra come la collaborazione sinergica tra le varie discipline umanistiche e quelle scientifiche sia di fondamentale importanza per ottenere importanti risultati nel campo della ricerca. Per il Museo Egizio la ricerca è un’ attività imprescindibile. Per questo crediamo che questa serata possa essere un’importante momento per trasmettere al pubblico l’entusiasmo e il dinamismo che questa istituzione vive quotidianamente nell’intento di rendere sempre migliore la fruizione della collezione e la diffusione della cultura egizia alle future generazioni” dichiara il direttore Christian Greco.
Alle ore 19:00 in Sala Conferenze, è il Direttore a inaugurare la serata con un intervento che mette in luce l’importanza del dialogo tra le varie discipline di ricerca per favorire la conservazione del patrimonio culturale per le future generazioni e una maggiore comprensione e comunicazione delle collezioni. Alle ore 21:00 una conferenza a cura di Elisa Fiore Marochetti (Soprintendenza per l’Archeologia le Belle Arti e il Paesaggio per la città Metropolitana di Torino), Maria Cristina Martina (dirigente del reparto di Radiologia 1 dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino) e Rosa Boano, (ricercatrice in antropologia presso l’Università di Torino) presenta i nuovi risultati sull’analisi delle mummie. Un’egittologa, una radiologa e un’antropologa mostrano infatti come le nuove tecnologie hanno permesso di acquisire nuove informazioni sulle tecniche di imbalsamazione e su importanti aspetti antropologici di uomini vissuti nell’epoca faraonica.
Nel frattempo le sale del Museo si animano grazie alle presenza dei curatori disponibili per rispondere alle curiosità e alle domande dei visitatori sulla decifrazione dei geroglifici, sulle conoscenze astronomiche, sull’alimentazione e sulle tecniche pittoriche dell’Antico Egitto.
E’ inoltre possibile ammirare i preziosi corredi funerari e le tombe degli antichi egizi con gli occhi di chi le scoprì più di 200 anni fa e immergersi per alcuni minuti nella vita di un archeologo durante lo scavo.
L’egittologia incontra poi la chimica e la fisica, con la dimostrazione dei risultati delle analisi fatte su reperti metallici, tessili, e sui sarcofagi. I più piccoli possono inoltre divertirsi a identificare i materiali in cui furono scolpite le statue dei faraoni dopo averle osservate attentamente al microscopio con l’aiuto dei geologi in sala.
Un altro aspetto fondamentale della vita museale è il restauro che, spesso, per motivi di sicurezza si svolge dietro le quinte e nei giorni di chiusura: venerdì sera invece, è possibile assistere a simulazioni di restauro a vista di mummie di gatto e delle antiche pitture che decoravano le pareti delle tombe.
Una notte che vuole alzare il sipario su aspetti della ricerca spesso meno noti al grande pubblico, ma indispensabile per la vita del Museo.