L’Egizio di Torino e gli arabi

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Certo che quelli del Museo Egizio di Torino ne combinano una dopo l’altra! Sono riusciti persino ad oscurare, almeno in parte, la seria faccenda dei sacchetti ecologici dei supermercati, che aveva invaso il web con una certa prepotenza.

Ma quel che è peggio hanno fatto arrabbiare due noti esponenti del panorama culturale italiano che tutto il mondo ci invidia, Salvini e Meloni, noti per il loro interesse verso la storia, l’archeologia, la scuola e soprattutto assidui frequentatori di musei.

Dove sta dunque il problema? Il problema sta nel fatto che il Museo Egizio di Torino ha fatto il proprio lavoro che, tra le altre cose, comprende la promozione della collezione che custodisce.

Promuovere qualcosa, in pubblicità, significa innanzitutto individuare dei target e poi impostare delle strategie comunicative per poterli raggiungere in modo efficace.

Ad esempio per raggiungere il target “Salvini-Meloni” sarà sufficiente inserire in una qualsiasi frase termini specifici come “arabo” o “straniero” e di sicuro, a prescindere dal contenuto della frase e da ciò che gli sta dietro, li avrete raggiunti. Se non fosse che hanno una pletora di seguaci sarebbe davvero mal di poco. Ma tant’è.

Ed è andata, più o meno, proprio così.

Il Museo Egizio ha utilizzato la nota tecnica del “prendi due paghi uno” per promuoversi presso alcune categorie, come ad esempio i fidanzati (San Valentino) e i genitori (feste del babbo e della mamma) e visto che il Museo non ignora che a Torino sono presenti all’incirca 30 mila persone che parlano la lingua araba, la cui pertinenza con la collezione egizia mi pare assai evidente, si è attivato per raggiungere quel target con una comunicazione adeguata e di sicuro impatto, perché anche noi italiani resteremmo colpiti da un cartello scritto nella nostra lingua in un altro Paese e il messaggio che contiene ci arriverebbe in modo più diretto ed efficace.

Borsa di stoffa realizzata dalle detenute di un carcere femminile torinese, data in omaggio ai giornalisti il giorno dell’inaugurazione del nuovo Museo Egizio.

Ma non c’è solo una mera questione di marketing dietro questa operazione ed è per questo che l’ho apprezzata ancora di più. So bene che il termine “inclusione” a molti non piace, pazienza, ma è una grande operazione culturale da cui non sarà possibile sottrarci e il fatto che una grande istituzione museale abbia a cuore questo aspetto, non può che qualificarla.

Che cosa ha tolto questa iniziativa agli altri fruitori del Museo Egizio? Assolutamente nulla! Semmai ha aggiunto un’offerta tra quelle già presenti e di questo dovremmo esserne tutti felici.

Essì perché il Museo Egizio ha messo in campo una serie di offerte, come ad esempio alcuni periodi dell’anno in cui è stato possibile visitarlo con un biglietto di soli 5 euro (i venerdì sera di luglio e agosto) o durante le festività natalizie del 2016 dove il biglietto di ingresso era valido anche per una seconda visita l’anno successivo.

Poi la Notte dei Ricercatori, le giornate con i biglietti a un solo euro e i consueti sconti che il Museo applica quotidianamente: fino a 5 anni gratis; da 6 a 14 anni un euro; da 15 a 18 anni 11 euro. Gli studenti in visita con la scuola pagano un euro (elementari e medie) o 4 euro (superiori), con la gratuità degli insegnanti accompagnatori, mentre i disabili e chi li accompagna hanno l’ingresso totalmente gratuito…e sicuramente sto dimenticando qualcosa.

Va detto poi che il Museo Egizio di Torino è inserito nella lista dei luoghi ad ingresso totalmente gratuito della card Torino+Piemonte acquistabile da chiunque, conveniente e valida per più giorni specie per chi viene in vacanza nel capoluogo piemontese.

Ma il Museo Egizio fa parte anche dei luoghi che si possono visitare con l’Abbonamento Musei Torino Piemonte e questo è un fatto molto interessante, perché un ragazzo fino a 14 anni con soli 20 euro può entrare e uscire dal Museo Egizio (e da centinaia di altri luoghi altrettanto interessanti) tutte le volte che vuole per 365 giorni! Mentre un ragazzo tra i 15 e i 26 anni ne spenderà 32 di euro per 365 giorni e un adulto 52 (ma basta essere socio di qualcosa, tipo l’ACI per esempio, per spenderne 48).

Non è questa una splendida occasione per tutti i cittadini torinesi che amano i musei? Certo, per quelli che amano solo la polemica la cosa non fa differenza!

Galleria dei Re

Vorrei aggiungere, perché non mi pare una cosa da poco, che il Museo Egizio ancor prima di aprire i battenti con il nuovo allestimento, si è fatto carico di andare in quei luoghi dove risiedono persone che al museo non sarebbero mai potute andare. Tra questi il carcere, residenze per anziani, ospedali pediatrici…perché come ebbe a dirmi il direttore Christian Greco durante un’intervista di qualche anno fa, se ci sono persone che non possono venire al Museo è giusto che sia il Museo ad andare da loro.

Un’osservazione. Per ottenere la promozione oggetto di tante polemiche l’interessato deve presentare un documento alla cassa che attesti la sua origine. Forse questo fatto al duo Salvini-Meloni deve essere sfuggito quando hanno detto che questa era “un’operazione razzista contro gli italiani” che veniva pagata con le tasse degli italiani stessi (cosa per altro non vera perché il Museo Egizio è economicamente autosufficiente), perché se queste persone hanno un documento di identità valido significa che vivono in Italia regolarmente ed è molto probabile che a Torino abbiano un lavoro, ergo, anche loro pagano le tasse.

Dulcis in fundo vorrei dire a coloro che accusano il Museo Egizio di aver spalancato le porte ai musulmani, che la promozione in oggetto riguarda gli arabi. Forse vi sembrerà strano ma solo il 25% dei musulmani è di origine araba, il resto riguarda le regioni dell’Asia quali il Pakistan l’Indonesia e l’India e del Vicino Oriente come la Turchia e l’Iran ad esempio.

In conclusione probabilmente il Museo Egizio di Torino ha il difetto di raccontarsi poco nonostante abbia tanto da dire e quasi quasi provo a fare domanda per essere assunto come cantastorie (storyteller nun se po’ sentì!)…

 

 

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Paolo Bondielli

Storico, studioso della Civiltà Egizia e del Vicino Oriente Antico da molti anni. Durante le sue ricerche ha realizzato una notevole biblioteca personale, che ha messo a disposizione di appassionati, studiosi e studenti. E’ autore e coautore di saggi storici e per Ananke ha pubblicato “Tutankhamon. Immagini e Testi dall’Ultima Dimora”; “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi”; “Ramesse II e gli Hittiti. La Battaglia di Qadesh, il Trattato di pace e i matrimoni interdinastici”.

E’ socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Egittologia.net. Ha ideato e dirige in qualità di Direttore Editoriale, il magazine online “MA – MediterraneoAntico”, che raccoglie articoli sull’antico Egitto e sull’archeologia del Mediterraneo. Ha ideato e dirige un progetto che prevede la pubblicazione integrale di alcuni templi dell’antico Egitto. Attualmente, dopo aver effettuato rilevazioni in loco, sta lavorando a una pubblicazione relativa Tempio di Dendera.

E’ membro effettivo del “Min Project”, lo scavo della Missione Archeologica Canario-Toscana presso la Valle dei Nobili a Sheik abd el-Gurna, West Bank, Luxor. Compie regolarmente viaggi in Egitto, sia per svolgere ricerche personali, sia per accompagnare gruppi di persone interessate a tour archeologici, che prevedono la visita di siti di grande interesse storico, ma generalmente trascurati dai grandi tour operator. Svolge regolarmente attività di divulgazione presso circoli culturali e scuole di ogni ordine e grado, proponendo conferenze arricchite da un corposo materiale fotografico, frutto di un’intensa attività di fotografo che si è svolta in Egitto e presso i maggiori musei d’Europa.

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