Alcune tombe dell’Antico Regno mostrano rappresentazioni del defunto, spesso accompagnato da un parente e da qualche battelliere, che scuote i papiri mentre naviga nella palude su un leggero scafo. Questa attività è definita in traslitterazione “sescesc uadj” = “scuotere il papiro”, e le iscrizioni ci informano che queste scene sono rivolte alla dea Hathor.

Fig. 1 – Le regine Merseankh III e Hetepheres su un leggero scafo scuotono i papiri. Immagine tratta dal Manuale di Vandier, fig. 417.F a pag. 745.
Fig. 1bis – Immagine della tomba di Merseankh III (IV dinastia) – Foto dell’autore.
Fig. 2 – Il nano Seneb, con due battellieri, scuote i papiri (V/VI dinastia). La figura è tratta dal Manuale di Vandier, figura 414.C a pag. 741.
Fig. 3 – Kaiemankh, nella palude scuote i papiri (V dinastia). Immagine tratta dall’articolo di Montet, figura 2, pag. 106.
Fig. 4 – Iasen nella palude scuote i papiri (V dinastia). Immagine tratta dal volume di W. Simpson, Giza Mastaba, 1980, fig. 30.
Fig. 5 – Ti nella palude scuote i papiri (V dinastia). Immagine tratta dal Manuale di Vandier, fig. 412.A a pag. 739.

Il sistro, lo strumento per eccellenza della dea Hathor, era chiamato sescescet e il suono da esso prodotto era indicato con “sescesc”. Questa omofonia conferma che il rito era dedicato alla dea Hathor che nella sua forma animale, come vacca, nelle rappresentazioni è spesso associata ai papiri1. Nelle rappresentazioni di questo rito l’immagine della dea non compare. Le rappresentazioni sono di solito affiancate a quelle in cui il defunto caccia e pesca nella palude, così si è ritenuto che “scuotere il papiro” fosse un rito preparatorio alla caccia2. Nel Medio Regno il rito è rappresentato nella tomba di Baqet III (XI dinastia), a Beni Hasan: la scena è un po’ confusa, ma qui di certo Baqet è anche rappresentato in azioni di caccia nella palude3.

Fig. 6 – La regina Ankhsenpepi II (VI dinastia) nella palude scuote i papiri. Immagine tratta da un articolo di Altenmuller, pubblicato in SAK 30, pag. 16, fig. 6.

Montet, nell’articolo in cui si è occupato di queste scene, esamina le diverse possibili traduzioni di sscesc uadj per confermare poi che il significato più probabile è “scuotere i papiri”. A sua volta Vandier, nel suo manuale, dà per scontato che il rituale sia lo scuotimento dei papiri e che il rito sia un’attività preparatoria alla caccia.

Fig. 7 – Il faraone Ay (XVIII dinastia) nella palude scuote i papiri. L’immagine è tratta dal volume di Lepsius, Denkmaeler, V, reprint 1972, Abth HL, 113.

Più di recente A.Wood ha pubblicato un articolo che è il risultato delle sue analisi di 22 tombe dell’Antico Regno in cui compare il rituale. Le sue analisi non sono sempre convergenti verso un unico significato. Una sua ipotesi è che possa trattarsi di un antico rito di visita a un’antica necropoli del Basso Egitto. Comunque, anche la Wood conclude che “scuotere i papiri” è la migliore descrizione delle rappresentazioni delle scene e che dopo la VI dinastia sembra che il significato del rito sia mutato.
Infatti, il rito di scuotere i papiri ora è rappresentato anche in tombe reali e nei templi.
La scena con lo scuotimento del papiro o dei papiri, uno per mano, ricompare nella tomba del faraone Ay (XVIII dinastia): il re, seguito dalla regina, compie il rito di “scuotere i papiri”.

Fig. 7bis – Nella sua tomba il faraone Ay è rappresentato nella palude mentre scuote i papiri – Foto dell’autore.

Senza soluzione di continuità segue poi la scena della caccia con il bastone da getto agli uccelli della palude. Ma il re volge la schiena agli uccelli che si sono levati in volo a causa dello scuotimento dei papiri. Si deve quindi concludere che le due scene siano contigue perché entrambe si svolgono nella palude, ma che si tratti di due riti diversi.
Il rito è anche rappresentato in alcuni templi: ad esempio, nel tempio di Hibis, nell’oasi di Kharga, è Dario I che esegue il rito. Nel mammisi del tempio di Kom Ombo è il re Tolomeo VIII Evergete II che scuote i papiri.

Fig. 8 – Dario I, imperatore di Persia, è rappresentato nel tempio di Hibis (XXVI dinastia), nell’oasi di Kargha, mentre scuote i papiri nella palude – Foto dell’autore.
Fig. 9 – Nell’unico muro rimasto del mammisi del tempio di Kom Ombo il re Tolomeo VIII Evergete II scuote i papiri nella palude – Foto dell’autore.

Con lo scuotimento dei papiri molti uccelli si alzano in volo, ma anche in questi casi le scene non mostrano nulla che abbia a che fare con episodi di caccia.
In alcune rappresentazioni la scena dello scuotimento dei papiri prosegue con il rito della caccia e della pesca nella palude, ad esempio nella tomba del re Ay. Se si accetta la tesi che il rito della caccia e della pesca nella palude avesse lo scopo di garantire il buon esito del “viaggio tra la morte e la sopravvivenza4, in quanto la fauna della palude rappresentava dei demoni suscettibili di aggredire il defunto durante la fase della sua rigenerazione, in questo caso i due riti indipendenti potevano essere associati avendo essi in comune l’ambiente e l’obiettivo di riportare a nuova vita il defunto.
In mancanza di indicazioni coeve sul significato del rito, sono state formulate varie ipotesi. Si è ipotizzato che il fruscio prodotto dai papiri scossi avesse il significato di mettersi in comunicazione con la dea per avere una fruttuosa partita di caccia e protezione dai rischi relativi5. Un’altra ipotesi propone che il rito servisse ad attirare la dea: il defunto si proponeva di essere accolto nel suo seno e di essere rigenerato6.
A tale proposito sembra che il significato del rito ci sia offerto da due importanti documenti: la vignetta della formula 186 del Libro dei Morti e un gruppo statuario del Museo Egizio del Cairo (JE 38574-5).
La vignetta della formula 186 mostra la cappella funeraria di una tomba scavata nella falesia. La vacca Hathor compare virtualmente all’interno di una macchia di papiri che, ovviamente, non nascono sulla falesia ma sono la tipica vegetazione della palude. Davanti si staglia la figura di Tueris, la dea protettrice delle nascite, il punto di arrivo di questo percorso rituale in cui Hathor agisce come mediatrice per la rinascita del defunto.

Fig. 10 – La vignetta dell’articolo 186 del Libro dei Morti è tratta dal volume di Faulkner, The Ancient Book of the Dead, 1985, pag. 187.

L’altro documento che ci offre un possibile significato del rito è il gruppo statuario del Museo Egizio del Cairo. Qui la dea Hathor come vacca esce da una macchia di papiri. Sul davanti, appoggiata al suo petto, una immagine di Amenhotep II, dipinta in nero, indica il re defunto7 Sotto il ventre della vacca è inginocchiato Amenhotep fanciullo che sugge il latte dalle mammelle della dea, quindi rigenerato e divinizzato.

Questo gruppo statuario ci comunica che il faraone, passato all’altro mondo, risorgerà come nuovo essere divino grazie ad Hathor8. Quindi il messaggio di questo monumento ci offre di nuovo un indizio forte per ritenere che lo scopo primario del rito di “scuotere i papiri” sia di ingraziarsi i favori di Hathor al fine di rigenerarsi dopo la morte.

Fig. 11 – La cappella con la statua della vacca Hathor e del re Amenhotep II (XVIII dinastia). La cappella, scoperta a Deir el-Bahari, è ora ospitata nel Museo Egizio del Cairo – Foto dell’autore.
Fig. 12 – Statua della vacca Hathor che ha appoggiato al petto una figura nera di Amenhotep II e una figura di Amenhotep giovane che succhia il latte dalle mammelle della vacca. Immagine tratta dal volume di F. Brussino, Apoteosi di un re guerriero, 2009, tav. XV.

Gilberto Modonesi

1) Vandier, Manuel d”archéologie égyptienne, tome IV, Editions Picard, Paris 1964, pagg. 738-746, figg. 412-418: questo autore segnala anche la bibliografia uscita fino alla data del volume. Montet, Hathor et les papyrus, in Kemi 14/1957, pagg. 102-108; Wood, sSS wad scenes of the Old Kingdom revisited, in Old Kingdom. New perspectives (eds. N. & H. Strudwick), Oxbow Book, Oxford 2011, pagg. 314-319.
2) Vandier intitola il paragrafo “La préparation à la chasse” pure constatando che nelle scene non compaiono mai gli strumenti della caccia: pag. 738.
3) Newberry, Beni Hasan, part II, Kegan Paul, London 1894, Tomb N. 15, Plate IV.
4) Desroches Noblecourt, Le fabuleux héritage de l’Egypte, Editions Télémaque, Paris 2004, pagg. 70-74.
5) Montet, op. cit., pag. 108 e Vandier, 1964, op. cit.
6) Wood, op. cit., pag. 319.
7) L’ immagine del re è dipinta di nero, simbolo di morte. È bene precisare che il catalogo del Museo Egizio del Cairo assicura che il re in questione è Amenhotep II, ma nella letteratura si trova spesso il nome di Thutmosi III.
8) Desroches Noblecourt, Amours et fureurs de la Lointaine, Stock/Pernoud, Paris 1997, pagg. 24-26.

Advertisement
Articolo precedenteEgitto: nuove iscrizioni e rilievi scoperti nelle acque del Nilo
Prossimo articoloScoperte tombe di Epoca Tarda e tolemaica nel Delta egiziano
Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here