E’ di qualche ora fa la notizia diffusa dal Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità d’Egitto, il dottor Mostafa Waziry, di un interessante ritrovamento avvenuto nell’Alto Egitto. La missione archeologica egiziana al lavoro presso Gebel el-Haridi, a Sohag, ha riportato alla luce un posto di blocco e di osservazione risalente al regno di Tolomeo III, i resti di un tempio tolemaico dedicato alla dea Iside e numerose sepolture.

La Tower House scoperta a Gebel el-Haridi, Sohag (ph. MoTA)

Per la precisione dobbiamo dire che il sito era già noto da tempo, se ne ebbe la prima menzione da Richard Pococke nel 1763 e successivamente anche i sauvant della spedizione napoleonica nel 1798 ne registrarono l’esistenza. Più recentemente, il sito è stato scavato tra il dicembre del 1991 e l’agosto del 1998 dall’Egypt Exploration Society (EES) sotto la direzione del dott. Christopher Kirby. Ora, sotto la guida del Ministero delle Antichità egiziano, questi nuovi ritrovamenti hanno arricchito il sito che ha restituito materiale archeologico datato dalla VI dinastia dell’Antico Regno al periodo tardo romano ed epoca copta.

Come accennato, è stato scoperto un posto di blocco risalente al regno di Tolomeo III: una struttura in mattoni di fango che rimanda all’idea di una Tower House costruita per osservare, sorvegliare e monitorare gli spostamenti e traffici commerciali tra i vari nomòi, un check point dove riscuotere anche le tasse, vigilare sulla navigazione nel Nilo e occuparsi della messa in sicurezza delle barche che vi veleggiavano.

Il tempio di Iside a scoperto a Gebel el-Haridi, Sohag (ph. MoTA)
Il tempio di Iside di Gebel el-Haridi, Sohag (ph. MoTA)

Il tempio dedicato a Iside, anch’esso datato al regno di Tolomeo III (Tolomeo Evèrgete, sul trono d’Egitto dal 246 a.C. al 222 a.C.), misura 33 metri di lunghezza e 14 metri di larghezza e presenta un asse con direzione nord-sud. Di questo tempio ne erano già state scoperte delle porzioni all’inizio del 2000. La struttura consiste in un cortile rettangolare con una fila di 4 colonne al centro, seguito da una sala ipostila a due pilastri che conduce al Santa Sanctorum. Sono evidenti resti di una scala e tracce di pavimentazione  formata da lastre di pietra calcarea locale.

Durante gli scavi, a nord del tempio, il team ha scoperto una vasca di purificazione in pietra calcarea e una stele votiva, nonché 5 ostraca con iscrizioni demotiche, 38 monete romane e ossa di animali il cui studio ha dimostrato essere stato cibo per i sacerdoti del tempio.

Uno degli ostracon di Gebel el-Haridi, Sohag (ph. MoTA)
Lucerne scoperte a Gebel el-Haridi, Sohag, Alto Egitto (ph. MoTA)

E’ stata riportata alla luce anche un’abitazione destinata a uno dei sorveglianti dei lavoratori e una serie di documenti con i nomi, gli stipendi e le mansioni dei lavoranti.

La missione ha inoltre scoperto circa 85 tombe risalenti a epoche diverse: dalla fine dell’Antico Regno al Periodo Tolemaico. Le tombe si diversificano nella loro progettazione: alcune sono scavate nella roccia su diversi livelli della montagna, altre presentano uno o più pozzi funerari e altre ancora hanno un corridoio che conduce a una camera funeraria. All’interno delle tombe tolemaiche sono stati scoperti resti umani mummificati e frammenti di 30 “cartellini”, delle vere e proprie card per i defunti: permessi per la sepoltura scritti in caratteri greci antichi, ieratici o demotici che riportavano il nome del deceduto, nonché quello del padre e/o della madre, il luogo da dove proveniva, il lavoro e l’età al momento del decesso, oltre a suppliche per le antiche divinità egizie, inni e preghiere utili per il viaggio nell’Aldilà.

Le card per i defunti trovate a Gebel el-Haridi, Sohag (ph. MoTA)

Il team ha anche terminato la documentazione di una serie di cave situate nei pressi nel sito, tra queste una di Ramesse III, sovrano della XX dinastia, e altre 3 tolemaiche in uso sotto Tolomeo III, Tolomeo IV, Tolomeo V e Tolomeo XII. Le cave sono state particolarmente sfruttate durante il Periodo Tolemaico proprio per la particolare qualità del materiale estratto.

La missione ha portato a termine anche la pulizia e la conservazione di un’iscrizione rupestre di Ramesse III menzionata nel papiro Harris, che riporta: “Ramesse III inviò 38 abili cavatori in quest’area, Gebel el-Haridi, per tagliare le pietre per costruire il suo tempio nel X nomo”.

Source: MoTA

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