Sito archeologico di Cabras – Sardegna occidentale -, necropoli di Mont’e Prama: è di poche ore fa la notizia dell’eccezionale ritrovamento di due nuovi giganti in pietra, identificati come “pugilatori del tipo Cavalupo” per il grande scudo flessibile posto davanti al tronco. Sono molto simili ai due giganti recuperati durante lo scavo del 2014, aggiungendosi al celeberrimo esercito in pietra che ha reso famoso il sito nuragico di Cabras, risalente a 3000 anni fa.

La campagna di scavo del 2022 si è aperta il 4 aprile e fin da subito ha regalato importanti ritrovamenti: i due torsi possenti dei pugilatori, il grande scudo flessibile che copre il ventre e si avvolge sul braccio, una testa, gambe e altre parti dei corpi. Per altro, va sottolineato che il recente ritrovamento si colloca a pochi metri di distanza dal ritrovamento del 2014, suggerendo quindi la possibilità di trovare altre statue simili in quella zona, come affermato anche dal Ministero della Cultura.

“Una scoperta eccezionale – ha dichiarato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini – alla quale ne seguiranno altre, a conferma del significativo impegno del Ministero su questo sito straordinario, che non ha eguali nel Mediterraneo. Il ritrovamento di altri due Giganti, infatti, avviene a poco meno di un anno dalla nascita della Fondazione che vede il MiC, il Comune di Cabras e la Regione Sardegna impegnati nella valorizzazione di una delle maggiori testimonianze di un’antica civiltà mediterranea. Due nuove gioielli si aggiungono così a questo gruppo statuario dal fascino misterioso, capace di attirare l’attenzione del mondo intero”.

In particolare, l’archeologo Alessandro Usai, responsabile scientifico dello scavo dal 2014, ha affermato che queste due figure, simili a quelle del 2014, ma molto differenti rispetto a quelle rinvenute casualmente alla fine degli anni ’70 del ‘900 sul sito di Cabras, hanno un modello di riferimento nel bronzetto nuragico conservato a Roma nel Museo Etrusco di Villa Giulia, proveniente da una tomba della necropoli di Cavalupo, nella laziale Vulci.

Il lavoro di pulitura, rimozione dei due grossi torsi e di restauro fornirà sicuramente nuovi elementi di studio, necessari per rispondere alle innumerevoli domande e problemi storici che derivano da questa necropoli di 3000 anni fa, riservato quasi esclusivamente a giovani uomini. Usai ha infatti riferito che nelle oltre 170 tombe mancano anziani e bambini e pochissime sono le donne. Tanti sono ancora gli interrogativi, tanto e appassionato il lavoro da svolgere.

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