La missione svedese-egiziana guidata dalla dott.ssa Maria Nilsson e John Ward della Lund University sul campo a Gebel el-Silsila (una zona di cave a sud dell’Egitto, tra Edfu e Kom Ombo, nel governatorato di Assuan) ha scoperto una tomba a pozzo non decorata con due camere funerarie disposte a 5 m di profondità e risalenti alla XVIII dinastia, precisamente al periodo thutmoside.
La tomba purtroppo è completamente allagata dalle acque freatiche e, a seguito di un recente tentativo di saccheggio, le camere sono piene di sabbia e limo. L’entità dei danni causati dalla fallita depredazione è ancora da valutare, ma il movimento di acqua e sabbia ha causato gravi danni agli interni, ai manufatti e ai resti osteologici.
Finora sono stati scoperti tre sarcofagi di arenaria destinati alla deposizione di tre bambini/infanti e diversi manufatti che facevano parte del corredo funerario: dozzine di scarabei, amuleti, perle, bracciali, grandi anfore, boccali di birra, scodelle, fiasche e vari contenitori di stoccaggio.
Quel che rende eccezionale la scoperta è il ritrovamento dei resti di almeno 60 individui, 2/3 dei quali adulti e 1/3 bambini, stima che il team suppone poter aumentare visto che i lavori sono appena iniziati e c’è ancora molto da scavare. Cronologicamente ci sono attestazioni di almeno tre generazioni di inumazioni, dai regni di Thutmose II ad Amenhotep II (dal 1481 al 1349 a.C. circa).
Nessuna altra tomba documentata finora a Gebel el-Silsila conteneva un numero così elevato di sepolture, ma quel che rende ancora più importante il ritrovamento è la quantità di bambini e donne deposti, a indicare che intere famiglie vivevano e lavoravano nell’antica Kheny.
L’attuale campagna di scavo si concluderà a fine anno, chissà che il team della Nillson non ci riservi altre sorprese!
Source: MoA and Gebel el-Silsila Epigraphic Survey Project