L’indimenticato artista Sandro Penzo rivive in una personale inaugurata domenica 13 novembre all’interno della splendido e suggestivo spazio del grande Museo della Civiltà Contadina di San Bartolomeo in Bosco (Ferrara). Merito della moglie Franca che continua a divulgare con dedizione l’arte di questo artista venuto a mancare nell’ottobre del 2007. Numerose e interessanti le opere del grande artista chioggiotto esposte, che hanno consentito di ripercorrere la sua evoluzione creativa. I disegni su tela, le sculture in bronzo ed in legno sono l’espressione oggettiva del pensiero filosofico e artistico del maestro identificatosi nella corrente artistica da lui fondata e denominata “Surrealtotemismo”. I voluminosi totem scolpiti nel legno di noce e di castagno simboleggiano i miti arcaici depositari da un lato dell’aspetto magico, di cui era pregna la civiltà primitiva e dall’altro del concetto di libertà dell’individuo dai condizionamenti materiali delle epoche successive. La figura di Sandro è stata magistralmente presentata

dalla giornalista Giuseppina Chiereghin, la quale ha sottolineato come la corrente di Penzo attinga ispirazione dal movimento del surrealismo sorto in Francia nel 1924 ad opera di André Breton. Ad essa però Sandro Penzo ha apportato una componente totalmente nuova: l’elemento magico, fantastico, onirico. “E’ nato così – ha continuato la presentatrice – il suo Manifesto programmatico del Surrealtotemismo, nel quale egli enunciava i principi informatori della sua arte. Il Manifesto programmatico del movimento artistico venne presentato a Choggia, città natale di Penzo, nel 1995 e nel definire la corrente egli stesso scriveva che le componenti della stessa sono il surrealismo, inteso come superamento della realtà materiale per una ricerca di ciò che va al di là dei sensi e che affonda nel mistero del cosmo e il totemismo che rappresenta lo strumento per l’accesso alla ritualità magica e onirica. Dopo aver ribadito che l’artista prediligeva il totem, modello concettuale che incarna più di tutti il sentimento di libertà intesa come assenza di contaminazione delle speculazioni materialistiche ed utilitaristiche che condizionano fortemente l’uomo della nostra epoca, la Chiereghin ha accennato alla moglie Franca, autentica musa ispiratrice delle sue opere e divenuta poi compagna di vita. “Per lui l’arte – ha concluso la Chiereghin – spaziava in tutti gli ambiti, così che vestirà anche i panni del poeta, pubblicando una raccolta di liriche intitolata “Rime surrealtotemiche”, espressione della cultura e della sensibilità di questo artista, che è stato protagonista di 180 mostre personali in Italia e all’estero e di oltre 400 collettive, presentato quasi sempre dal critico Tommaso Dellisanti”. La Chiereghin, al termine, ha voluto omaggiare l’artista con la lettura di una poesia, letta dallo stesso Penzo nella sala consiliare del comune di Chioggia nell’ottobre 2007, dal titolo “Fine Secolo”. La mostra è rimasta aperta al pubblico fino al 4 dicembre scorso, riscuotendo un notevole successo.

Fonte Giornale (A. P.)

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