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Il Tempio Dorico di Pompei. Nuova rilettura del mito di Issione...

L’area su cui sorge il Tempio Dorico è uno sperone lavico dal quale si domina la valle sottostante e la foce del fiume Sarno. Il luogo di culto fu scelto anticamente per la sua posizione visibile da lontano soprattutto da chi, proveniente dal mare e dopo aver doppiato il promontorio delle Sirenusse, si trovava davanti una delle aree cultuali più antiche della città di Pompei. Alla prima metà del VI secolo a.C. risale la costruzione del tempio, di tipo greco e dedicato ad Atena, che, assieme ai santuari di Punta Campanella e di Stabiae (loc. Privati), situati a sud del Golfo, viene a costituire un’ampia area di culto dedicata a questa divinità, scelta come protettrice della navigazione.

La Magna Grecia: tradizione e innovazione

Quale è il posto della Magna Grecia all’interno della storia e dell’arte greca? Si tratta di una regione marginale o “coloniale” che richiede un approccio e una metodologia particolari? O va considerata un capitolo integrale della storia greca?

Saqqara: scoperti i più grandi e completi laboratori di imbalsamazione per...

La missione archeologica egiziana guidata dal Dott. Mustafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha portato alla luce nei pressi del Bubasteion...

A Paestum, nel cinquantesimo anniversario della scoperta del misterioso Tuffatore

Sono quasi trascorsi cinquant’anni dall’individuazione della cosiddetta Tomba del Tuffatore, il 3 giugno del 1968, così in occasione dell’anniversario dell’evento avrà luogo un’importante mostra...

L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi

Fino a sabato 25 marzo il Museo Archeologico dell’antica Capua a Santa Maria Capua Vetere ospiterà la mostra fotografica, documentaria e multimediale “L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi” di Paolo Rumiz, Riccardo Carnovalini, Alessandro Scillitani e Irene Zambon. Dopo il successo dell’esposizione presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, la mostra approda, come seconda tappa, nel punto mediano, e tra i principali, del lungo percorso della Regia Viarum: Santa Maria Capua Vetere, antica Capua, città, come scrive Rumiz, “dove le pietre parlano, anzi urlano a chi sa ascoltarle, urlano nell’arena sanguinaria delle belve e dei gladiatori o nell’antro spaventoso del Mitreo, dove un toro viene sgozzato in eterno con uno scorpione aggrappato ai testicoli”.

Arte Romana a cura di Massimiliano Papini

Quelle che chiamiamo oggi «opere d’arte» non furono dunque sentite come una consuetudine ancestrale dai Romani, tanto da fare dubitare che un’arte «romana» sia mai esistita. Eppure, le loro produzioni figurative sono state grandiose e immense, nei tempi e nei territori dell’Impero, e il manuale concepito da Massimiliano Papini e scritto insieme a diversi esperti di archeologia romana intende offrirne una sintesi, con attenzione a committenti, artefici e destinatari nelle differenti situazioni storiche, culturali e sociali.