«Foggeranno altri con maggiore eleganza spiranti bronzi, credo di certo, e trarranno dal marmo vivi volti, patrocineranno meglio le cause e seguiranno con il compasso i percorsi del cielo e prediranno il corso degli astri: tu, ricorda, o romano, di dominare le genti; queste saranno le tue arti, stabilire norme alla pace, risparmiare i sottomessi e debellare i superbi». Queste le parole profetiche di Anchise al figlio Enea al termine della discesa agli inferi nel VI libro dell’Eneide. Quelle che chiamiamo oggi «opere d’arte» non furono dunque sentite come una consuetudine ancestrale dai Romani, tanto da fare dubitare che un’arte «romana» sia mai esistita. Eppure, le loro produzioni figurative sono state grandiose e immense, nei tempi e nei territori dell’Impero, e il manuale concepito da Massimiliano Papini e scritto insieme a diversi esperti di archeologia romana intende offrirne una sintesi, con attenzione a committenti, artefici e destinatari nelle differenti situazioni storiche, culturali e sociali.
Eppure, le loro produzioni figurative sono state grandiose e immense, nei tempi e nei territori dell’Impero, e il manuale concepito da Massimiliano Papini e scritto insieme a diversi esperti di archeologia romana intende offrirne una sintesi, con attenzione a committenti, artefici e destinatari nelle differenti situazioni storiche, culturali e sociali. Dopo una panoramica sulle principali componenti degli spazi pubblici e privati dell’Urbe, i capitoli si articolano prima per periodi (dal X secolo a.C. al VI-VII secolo d.C.) e poi per approfondimenti su soggetti, materiali e contesti d’uso: rappresentazioni storiche, ritrattistica, ornamenti greci, copie e rielaborazioni di opere originali greche, arti «decorative» e «suntuarie», ceramica, vetro, pittura, mosaico e manufatti legati all’ambito funerario.
Diversi sono gli elementi di originalità della grande operazione culturale coordinata da Papini, dal taglio trasversale che effettua una sintesi tra l’approccio cronologico e quello tematico alla materia rendendo più agevole il percorso nella materia alla ricchissima iconografia, con oltre 600 immagini consultabili anche online, dall’allargamento del concetto di arte romana alle arti decorative e a temi solitamente poco battuti a una concezione innovativa della ritrattistica e al tentativo di tenere insieme il fatto artistico, storico e letterario.
Il curatore
Massimiliano Papini è Professore associato di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana presso Sapienza Università di Roma. Si occupa in prevalenza di storia dell’arte antica, con molteplici interessi nel campo dell’archeologia sia greca sia romana; dal 2012 è membro corrispondente dell’Istituto Archeologico Germanico. Oltre a numerosi saggi su riviste specializzate e cataloghi di mostra, ha pubblicato diverse monografie, tra cui Città sepolte e rovine nel mondo greco e romano (Roma-Bari, 2011) e Fidia. L’uomo che scolpì gli dèi (Roma-Bari, 2014).
Gli altri autori
Matteo Cadario è Professore associato di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana presso l’Università degli Studi di Udine. Si occupa soprattutto di scultura e iconografia ellenistica e romana, con particolare attenzione per le immagini di imperatori e privati e per la loro collocazione nelle varie tipologie di spazi.
Paolo Carafa è Professore associato di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, Sapienza Università di Roma. La sua attività scientifica è dedicata ai settori dell’architettura, della topografia e dei paesaggi urbani di Roma; si è inoltre occupato dell’Etruria in età etrusca e romana, della Basilicata di età romana e dei paesaggi urbani di altre città dell’Italia antica. Coordina ricerche sul Palatino, nel Suburbio di Roma e bassa valle del Tevere e nella Sibaritide.
Arte Romana
A cura di Massimiliano Papini
Mondadori Università
Pagine VIII-568 + 32esimo a colori
Editore Mondadori Education