Riprendono gli scavi archeologici nella necropoli del Tardo Bronzo a Torre...
Una fase degli scavi, crediti Ministero della Cultura
Nell’Area Marina Protetta Torre Guaceto, in provincia di Brindisi, riprendono gli scavi nella necropoli scoperta nell’estate del...
Per qualche d…enario in più: Sponsiano torna in vita attraverso due...
“Sponsiano, chi era costui?”; in tanti durante questi giorni, sgranando il rosario degli imperatori romani, si sono trovati a condividere il dubbio di don...
Il Monetiere del Museo Archeologico di Firenze riallestito grazie alla donazione...
Stefano Casciu, Direttore del Polo museale della Toscana, Mario Iozzo, Direttore del Museo
Archeologico Nazionale di Firenze e Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente della Fondazione Friends of Florence inaugurano venerdì 8 febbraio 2019 il riallestimento del Monetiere del Museo Archeologico di Firenze grazie al sostegno finanziario della Fondazione non-profit Friends of Florence con una donazione di Laura e Jack Winchester. Oggi una delle più grandi e importanti raccolte di monete antiche visibili in Italia, il Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze raccoglie circa 60.000 monete di oro, argento, bronzo, rame ed elettro, in esemplari (poco più di 2000 quelli esposti) che documentano le più belle e le più importanti emissioni di tutte le città greche che costellavano il profilo del Mar Mediterraneo, incluse quelle di Magna Graecia e di Sicilia, così come del mondo etrusco e soprattutto di quello romano, in particolare di età imperiale. A queste si affiancano oltre 400 medaglioni e contorniati (grandi medaglie di bronzo del IV e V sec. d.C.), che offrono uno straordinario e luccicante repertorio di conii e di iconografie del mondo antico.
Rhegion: le prime emissioni monetali del tiranno Anassila
Nell’antica Rhegion, dopo la caduta dei “Mille tiranni”, un governo oligarchico che riprendeva il modello della madrepatria Calcide, ed una sconfitta per mano degli Zanclei della quale rimane poca eco nelle fonti letterarie, ma testimoniata da elmi, scudi e schinieri dei reggini caduti offerti nel Santuario di Zeus ad Olimpia dai vincitori, nel 494 a.C. prese il potere Anassila.
Monete incuse. Indice di arcaicità e riflesso di un’epoca
Durante la fase iniziale della loro monetazione alcune città dell’Italia Meridionale e della Sicilia coniarono delle monete definite incuse. Questi particolarissimi documenti monetali si datano alla seconda metà del VI secolo a.C., ma si rifanno ad un importante archetipo: i Rovesci delle monete arcaiche emesse dalle città della Grecia propria e da quelle ellenizzate nel Mediterraneo Orientale . Il termine “incuso” deriva dal latino incusus, participio passato di incudere, e ha l’accezione di “imprimere col conio” . Nella scienza che studia le monete, la Numismatica, si fa riferimento ai documenti che presentano l’impronta del conio in incavo piuttosto che in rilievo. Il lemma viene adottato sempre in associazione alla parola “moneta”. Si parla difatti di monete incuse, monete col tipo incuso, monete col Rovescio incuso. È proprio il Rovescio ad essere realizzato con questa peculiare tecnica, e ad ospitare un tipo (o immagine monetale) differente da quello del Diritto per fattura e caratteristiche intrinseche.
Le monete incuse si distinguono in monete col quadrato incuso e monete col Rovescio incuso .
La loro forma è già di per sé un indice di arcaicità: il tondello è spesso, irregolare, sovente allungato . Con il passare del tempo e l’evolversi delle tecniche di coniazione, i tondelli di metallo diverranno sempre più sottili, regolari e di forma circolare.
L’importanza della moneta romana: dalla Repubblica all’Impero – Seconda parte
Nel precedente articolo abbiamo trattato la nascita della monetazione romana, partendo dagli scambi commerciali in età regia fino agli albori della repubblica. Dalla leggendaria...