L’Egitto passa per Cuneo

“L’Egitto passa per Cuneo”. Il dott. Luigi Prada, presidente dell’ACME, e il direttore del Museo Egizio di Torino, il dott. Christian Greco, parteciperanno al convegno organizzato da questi due enti in collaborazione con la Fondazione CRC dove verranno trattati particolari aspetti legati al mondo dell’antico Egitto, temi apparentemente molto distanti e differenti tra loro ma che hanno un unico filo conduttore: la scoperta dell’antica e affascinante terra dei faraoni attraverso l’analisi dei testi e le campagne archeologiche. L’appuntamento è per sabato 2 dicembre alle ore 9.30 presso lo Spazio Incontri Fondazione CRC di Cuneo sito in Via Roma n.17.

Hasna, la bellissima. Una stele funeraria fatimide al Museo Egizio di...

Dal 1 aprile 2015, con il nuovo allestimento del Museo Egizio di Torino, al termine del percorso museale è presente una vetrina dedicata al periodo islamico. Le stele oggetto dell'articolo, custodita presso il Museo Egizio di Torino. Ph/Generoso Urciuoli Una presenza insolita rispetto all’immaginario collettivo sulla storia dell’Antico Egitto, che porta però con sé un messaggio ben chiaro rivolto al grande pubblico: la storia e la cultura dell’Egitto non terminano con l’epoca faraonica.

Un blocco di età ellenica ed particolarissime asce del Nuovo Regno...

Periodo, questo, di scoperte anche nel sud dell’Egitto. Durante uno scavo effettuato nell'area nord-occidentale del tempio di Kom Ombo una missione egiziana si è recentemente imbattuta in un blocco di pietra calcarea con incisa un’iscrizione geroglifica risalente al regno del sovrano macedone Filippo III Arrideo, mentre ad Elefantina la missione congiunta svizzero-tedesca guidata da Cornelious Von Pilgrim ha scoperto un laboratorio di carpenteria risalente al Nuovo Regno. Tra gli oggetti rinvenuti all’interno del laboratorio sono stati trovati due reperti particolarmente importanti: due asce di metallo, una delle quali rappresenta un unicum in Egitto ed è sicuramente di origine straniera.

Tesori nascosti dalla tomba di Tutankhamon: le lamine d’oro

Al Museo Egizio del Cairo sono esposte per la prima volta le lamine d'oro scoperte da Howard Carter nella tomba di Tutankhamon nel 1922. L’esposizione, intitolata "Tutankhamun's Unseen Treasures: the Golden Flakes", mostra 55 piccole placche in oro che, montate su cuoio, nell’antichità decoravano i carri da guerra, i finimenti dei cavalli e le guaine delle armi appartenute al giovane faraone della XVIII dinastia, i cui motivi decorativi indicano importanti collegamenti tra il Levante e l'Egitto faraonico. Le placche sono ora visibili grazie ad una cooperazione in atto tra il Ministero delle Antichità e l'Istituto Archeologico Tedesco del Cairo.

La “Signora delle ninfee” pronta per andare in mostra a Jesolo

La “Signora delle Ninfee del Museo egizio di Asti è pronta per andare a Jesolo in occasione della grande mostra “Egitto, Dei, Faroni, Uomini”....

La conversione al cristianesimo della Nubia e l’iscrizione di Silko

Teodosio I era salito al trono patriarcale di Alessandria il 10 febbraio 535, grazie agli aiuti di cui godeva in seno all’apparato imperiale. Eletto da una minoranza, imposto e mantenuto sul trono dal governo, egli era molto impopolare in città. Ma nel 536 il vento cambiò direzione. In quell’anno, infatti, l’imperatore Giustiniano (527565), che operava per giungere all’uniformità religiosa nell’impero (rotta dall’insanabile e perdurante divisione tra quanti a Calcedonia, nel 451, avevano accettato le decisioni conciliari sulle “due nature” e l’unica persona di Cristo e quanti invece le avevano respinte, e con essi la maggioranza assoluta degli egiziani), ritenne che ormai l’appoggio garantito a Teodosio non avesse più ragione d’essere se non nel caso di un’abiura del Credo anticalcedonita da parte del patriarca. Credendo di potergli perciò estorcere facilmente almeno una formale adesione a Calcedonia (secondo la Storia dei Patriarchi, in cambio della sua adesione all’ortodossia imperiale l’imperatore gli avrebbe offerto poteri eccezionali, promettendogli di unire il potere temporale a quello religioso, di essere cioè contemporaneamente sia augustale sia patriarca), Giustiniano lo convocò a Costantinopoli (novembre-dicembre 536).