Negli scorsi giorni, durante gli scavi di una missione archeologica condivisa tra l’Università Orientale di Napoli, la Freie Universitat di Berlino e l’Università di Oxford, è stata fatta un’interessante scoperta a Pompei: i resti di una tartaruga di terra e il suo uovo mai deposto.

Il carapace. Crediti: Parco Archeologico di Pompei.
Il guscio dell’uovo. Crediti: Parco Archeologico di Pompei.

Non è la prima volta che vengono rinvenuti resti di una tartaruga ma solitamente si trovavano all’interno di giardini o aree interne alle domus, come ad esempio nella casa di Giulio Polibio.

Molto interessante è però il complesso dove è stata rinvenuta la testuggine: la ricerca infatti si basa principalmente sullo scavo dei resti di una dimora di lusso, come sottolineano Marco Giglio dell’Orientale e Monika Trumper dell’Università di Berlino, che successivamente al grave terremoto del 62 d.C., 17 anni prima dell’eruzione vulcanica, fu demolita e annessa alle Terme Stabiane.

L’archeologo dell’Orientale di Napoli Marco Giglio. Crediti: Parco Archeologico di Pompei.

La dimora si estendeva per oltre 900 metri quadrati in una zona centrale della città di Pompei, dove oggi insistono le Terme Stabiane che la inglobano. Durante gli scavi, sono emersi elementi di notevole pregio, primi fra tutti i tappeti di mosaico e due frammenti di parete con pitture parietali in II stile, utilizzato principalmente durante il I secolo a.C.

In un angolo della bottega dove è stata rinvenuta la testuggine, in corrispondenza dell’ingresso della domus, gli archeologi hanno trovato anche un deposito di fondazione con resti di legni bruciati e offerte di buon auspicio per gli dei.

La lucerna ritrovata nel deposito votivo. Crediti: Ciro Fusco, ANSA)

La datazione approssimativa dell’effettiva costruzione di questa domus ci viene però restituita da una piccola lucerna, rinvenuta proprio nel deposito di fondazione, che viene fatta risalire al I secolo a.C.

Gli studiosi tuttavia ancora non hanno risposte certe relativamente alla storia dietro la distruzione della dimora, ma si spera di poterne sapere di più dalla prossima campagna di scavo che si svolgerà nel 2023.

Il tablinio della villa era arricchito con un mosaico dov’è rappresentato un acquedotto romano. (Crediti: Ciro Fusco, ANSA)
Dettaglio del mosaico. Crediti: Ciro Fusco, ANSA.
Il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel mostra il frammento decorato di una parete della domus. Crediti: Ciro Fusco, ANSA.
Maschera in terracotta. Crediti: Ciro Fusco, ANSA.
Via dell’Abbondanza vista dall’interno dell’ambiente interessato dallo scavo archeologico. Crediti: Parco Archeologico di Pompei.
Advertisement

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here