La missione archeologica egiziano-tedesca, condotta congiuntamente dalle università di Sohag e Berlino, ha scoperto la camera funeraria di una donna di nome Edi, unica figlia di Jefai-Hapi, governatore della provincia di Assiut durante il regno di Senusret I (1964 – 1919 a.C. – XII dinastia, Medio Regno).

La scoperta è avvenuta durante i lavori di pulizia che la missione stava svolgendo all’interno della tomba dell’illustre personaggio, la cui importanza è sottolineata dal fatto che Jefai-Hapi fosse titolare della più grande tomba non reale costruita in Egitto a quel tempo: era uno dei governatori più importanti dei nomoi nell’antico Egitto.
La missione stava ripulendo uno dei pozzi quando ad una profondità di 15 m circa è stata individuata una camera funeraria al cui interno erano disposti due sarcofagi lignei, disposti uno dentro l’altro, completamente inscritti sia all’interno che all’esterno con testi che riportano il viaggio verso l’Amduat, l’oltretomba. Il sarcofago più grande misura 2,62 m, mentre il più piccolo 2,30. Secondo il segretario del Consiglio Supremo delle Antichità, il dottor Mohamed Ismail Khaled, i due sarcofagi sono tra i più belli mai trovati di quel periodo. Nella camera sono stati trovati anche il coperchio della bara più piccola, il contenitore dei vasi canopi e delle statuette di legno.

Studi preliminari hanno mostrato che già in tempi antichi la tomba era stata saccheggiata e i profanatori avevano raggiunto anche questa camera funeraria: la mummia della donna era stata rimossa e danneggiata, i suoi vasi canopi distrutti.


L’esame del cranio della figlia del governatore e delle sue ossa indicano che Edi morì in giovane età, prima di raggiungere i quarant’anni, e che soffriva di un difetto congenito al piede.
Ulteriori studi saranno condotti sia sulle ossa che sulla sepoltura, con la speranza di ricavare maggiori informazioni su questo illustre personaggio e sua figlia, nonché sul periodo storico in cui vissero.

Ricordiamo che Assiut (in antico egiziano Asyiut) fu capoluogo del XIII nomo dell’Alto Egitto, il cui nome era Atef-Khent, ovvero dell’Alto Sicomoro. Le principali divinità adorate nella provincia erano Upuaut e Anubi, divinità egizie legate al culto dei morti e spesso rappresentate come lupo (Upuaut) e sciacallo (Anubi). Secondo il mito riportato da Champollion nella sua Description de l’Égypte è proprio qui a Licopoli (il nome greco della città: città del lupo) che Osiride torna dall’oltretomba con le sembianze di lupo per aiutare Iside e Horus nel combattimento contro Tifone; mentre secondo la tradizione tramandata da Diodoro Siculo qui l’esercito etiope che aveva invaso l’Egitto fu ricacciato oltre le mura della città di Elefantina da orde di lupi.

Sorce: MoTA