Blandas, altopiano carsico situato nel dipartimento francese del Gard, è uno dei principali scrigni di testimonianze preistoriche in Europa, con un territorio disseminato di menhir, dolmen e cromlech. Le numerose grotte e cavità sotterranee, formate dall’azione dell’acqua sulle rocce calcaree nel corso dei millenni, sono state utilizzate dagli uomini del Neolitico come ripari, abitazioni e luoghi di culto.

La Punta Del Menhir Che Spuntava Nel Campo Soprastante. (Ph. Courtesy Of P. Galant, R. Villeméjeanne, A. Étienne, L. Bruxelles Et J.Y. Boschi)

È in queste circostanze che nel 2009 un gruppo di speleologi ha effettuato una tanto casuale quanto sensazionale scoperta. Introducendosi nella cavità, ben percorribile nei primi metri ma sempre più bassa e di difficile accesso a seguire, si sono trovati in una saletta il cui proseguo appariva ostruito da una roccia di materiale e colore diversi da quelle che la circondavano. Una volta osservate da vicino le incisioni e la levigatura delle forme è apparso immediatamente chiaro che la pietra fosse un menhir, megalite di fattura preistorica presente in tutti i continenti e dalla funzione ancora incerta, probabilmente legata all’osservazione del cielo e al culto dei morti.

All’uscita dalla cavità è stato inoltre osservato che il monolite spuntava di tredici centimetri dal terreno, tanto che la sua punta presentava numerosi segni del passaggio di carri agricoli. Il dubbio che questo fosse sprofondato nel sottosuolo è stato subito fugato da un’analisi più approfondita della sua posizione: il menhir era stato posizionato lì da uomini vissuti nel tardo Neolitico, circa 5 mila anni fa, con la parte alta appoggiata a una dolina di sprofondamento e la base posta su un cumulo di terra.

La Base Del Menhir Visibile Al Momento Della Scoperta. ( Ph. Courtesy Of P. Galant, R. Villeméjeanne, A. Étienne, L . Bruxelles Et J.Y. Boschi)

Scavi effettuati qui sotto hanno riportato alla luce resti di un solo individuo presentante patologie legate a un’età molto avanzata. Un saggio forse, o comunque qualcuno che doveva aver ricoperto un ruolo importante all’interno della sua società. La stele appare incisa con forme geometriche lineari e piccoli crateri. L’analisi geologica ha appurato che il giacimento più vicino di tale materiale si trovasse a ben sette chilometri di distanza.

Dietro al menhir è stata ritrovata una gran quantità di materiale ammassato, come a riempire una parte della galleria. Valutazioni archeologiche più accurate hanno confermato i sospetti degli speleologi dimostrando che si trattasse di un riempimento volontario fatto con blocchi di volume simile prelevati nei dintorni. Tra questi sono stati ritrovati anche le due parti di un’altra stele intarsiata alta circa sessanta centimetri. Uno scavo periferico ha permesso di aprire un passaggio sopra il riempimento antropico e di raggiungere il prolungamento della cavità iniziale.

Il Menhir Dopo L’apertura Di Un Varco Nella Dolina. (Ph. Courtesy Of P. Galant, R. Villeméjeanne, A. Étienne, L. B Ruxelles Et J.Y. Boschi)

All’ingresso è subito apparso chiaro di essere di fronte a una seconda emozionante scoperta: un corridoio in discesa, alto fino a dieci metri, disseminato di resti umani disposti ordinatamente ai piedi delle pareti sulle quali erano stati costruiti muretti e addirittura una sorta di corrimano.  Il tunnel termina in una cisterna che raccoglie le acque, spiegando così la funzione che la grotta aveva per gli uomini neolitici.

Raffigurazioni Schematiche Lineari Al Carboncino.(Ph. Co Urtesy Of P. Galant, R. Villeméjeanne, A. Étienne, L. Brux Elles Et J.Y. Boschi)

A rendere ancora più importante la scoperta della Baumelle [1] sono dei segni rupestri al carboncino ancora ben conservati sulle pareti; alcuni testimoni di un sistema di illuminazione a torce mentre altri, trovati a un’altezza compresa tra i quattro e i sei metri di altezza, chiaramente prodotti da mani umane. Sconosciuta è la funzione di questi enigmatici tratti schematici lineari, che possono forse già essere riconosciuti come una forma primordiale di arte. Modo di abbellire una caverna, passatempo di chi doveva passare lunghi periodi al suo interno o funzione pratica? Ad oggi è ancora impossibile rispondere a queste domande.

Proseguo Della Galleria Dopo La Rimossione Del Riempimen To. (Ph. Courtesy Of P. Galant, R. Villeméjeanne, A. Étien Ne, L. Bruxelles Et J.Y. Boschi)

Nel terreno circostante sono state ritrovate tracce di un abitato neolitico, sorto intorno alla grotta cisterna, in un’area dove le riserve d’acqua scarseggiano. Questo potrebbe aver portato i nostri antenati a considerare la Baumelle come un luogo sacro, da idolatrare e dove mescolare, così come era assolutamente normale nell’antichità, l’acqua fonte di vita ai corpi dei morti. Una rappresentazione perfetta del ciclo della vita, all’epoca accettato molto più facilmente di oggi, e anzi messo in risalto. La presenza stessa del menhir pone molteplici interrogativi: insolita la sua posizione al centro dell’abitato, utilizzato quasi come lapide tombale e poi blocco d’accesso alla galleria. Sul motivo di una tale ostruzione gli studi sono ancora in corso ma è difficile stabilirne uno con precisione. Sicuramente la grotta dell’altopiano di Blandas ha ancora molti segreti da svelare.

[1] Il nome dato alla caverna che in occitano significa grotta di piccole dimensioni.

Bibliografia

Galant et al. 2012. Philippe GALANT, Richard VILLEMÉJEANNE, Aurélien ÉTIENNE, Laurent BRUXELLES et Jean-Yves BOSCHI. Une découverte majeure pour la connaissance de la fin du Néolithique sur les Grands Causses : le site de la Baumelle à Blandas (Gard). In : T. Perrin, I. Sénépart, J. Cauliez, É. Thirault et S. Bonnardin (dir.), Dynamisme et rythmes évolutifs des sociétés de la Préhistoire récente. Actes des 9ème Rencontres Méridionales de Préhistoire Récente (Saint-Georges-de-Didonne, octobre 2010). Archives d’Écologie Préhistorique. Toulouse, 2012. Pages 289 à 306. 14 figures.

Galant et al. 2015. Philippe GALANT, Richard VILLEMÉJEANNE, Aurélien ÉTIENNE, Laurent BRUXELLES et Jean-Yves BOSCHI. Découverte de deux stèles en contexte Néolithique final sur le site des Baumelles à Blandas (Gard). In : Statues-menhirs et pierres levées du Néolithique à aujourd’hui. Actes du 3ème colloque international sur la statuaire mégalithique (Saint-Pons-de-Thomières, du 12 au 16 septembre 2012). Direction régionale des affaires culturelles Languedoc-Roussillon Groupe Archéologique du Saint-Ponais, 2015. Pages 397 à 405. 12 figures.

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