La mostra “Escape from Pompeii: the untold Roman rescue” sbarca in Australia con numeri da record

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Oramai, quanto più si avvicinavano, la cenere cadeva sulle navi sempre più calda e più densa, vi cadevano ormai anche pomici e pietre nere, corrose e spezzate dal fuoco, ormai si era creato un bassofondo improvviso e una frana della montagna impediva di accostarsi al litorale. Dopo una breve esitazione, se dovesse ripiegare all’indietro, al pilota che gli suggeriva quell’alternativa, tosto replicò:
– “La fortuna aiuta i prodi; dirigiti sulla dimora di Pomponiano”.

                                                   Plinio il Giovane

La “fortuna” di Pompei nasce dalla disgrazia che ha colpito la città nel 79 d.C. Il successo di visitatori che il Parco archeologico di Pompei registra si deve anche alla nuova immagine assunta dal sito e alla voglia di conoscere una città romana quasi perfettamente conservata nella sua molteplicità di aspetti. La caduta di ceneri, pomici, lapilli e materiale piroclastico ha preservato quasi 2000 anni dopo, case, abitazioni, edifici e gli abitanti stessi delle città che non sono riusciti a mettersi in fuga, morendo sotto i crolli dei tetti o per asfissia. Gli scavi che furono intrapresi durante il periodo borbonico, risvegliarono il desiderio di riscoperta di quelle città che nei secoli avevano perso la collocazione fisica ma mai il ricordo della tragedia che li aveva colpite. I manufatti recuperati tra monete, suppellettili, ori, affreschi e oggetti di vario tipo sono stati importanti per gettare luce sulla ricchezza dell’Impero e sulla fitta rete di traffici commerciali che Roma e le sue province avevano in tutto il Mediterraneo e oltre.

Il successo di Pompei però non è un fenomeno solamente “nazionale”, ma Pompei è nota in tutto il mondo e accoglie visitatori da ogni parte del globo. Su questa scia di conoscenza L’Australia dedica proprio a  Pompei e alle altre città colpite dalla violenta eruzione una mostra dal titolo : “Escape from Pompeii, the Untold Roman Rescue” , che, sia nella prima tappa presso l’Australian National Maritime Museum di Sidney, sia a Perth presso il Western Australian Museum ha fatto registrare numeri da record.

Molti sanno che nel 79 d.C. il monte Vesuvio distrusse e uccise tutto ciò che tra esseri umani e non erano sotto la sua ombra, pochi però conoscono nel dettaglio la storia del tentativo di salvataggio intrapreso dall’ammiraglio Plinio il Vecchio che da Miseno stava cercando di portare soccorso alle città colpite e impreparate per la disgrazia. La mostra, creata dalla Contemporanea Progetti, ha come obiettivo oltre al racconto dell’eruzione che ha colpito e seppellito Pompei anche la conoscenza della forza e della potenza della marina romana che operava nel più grande teatro che era il Mar Mediterraneo e il coraggio dimostrato dallo stesso Plinio nell’affrontare le difficoltà dell’operazione di soccorso.

Quando il suo timoniere consigliò all’ammiraglio di tornare indietro per le pessime condizioni del mare, Plinio rispose: Audentes fortuna iuvat! La fortuna aiuta chi osa, un azzardo che costerà la vita allo stesso Plinio che morirà a Stabia per le esalazioni tossiche nell’aria. In questo racconto, le lettere di Plinio il Giovane all’amico Tacito, assumono un’importanza fondamentale nella conoscenza dei dettagli della tragedia. Il giovane infatti, insieme alla madre e allo zio si trovava proprio a Miseno quando i fatti avvennero, e ci ha fornito, attraverso le due lettere che ci sono pervenute non in originale ma tramandate nei codici, informazioni preziose sulle modalità dell’eruzione e la portata catastrofica dell’evento.

Attraverso queste chiavi di lettura e i numerosi reperti in mostra provenienti dai più importanti musei italiani, il visitatore potrà conoscere fatti lontani ma eterni nel ricordo e soprattutto approfondire come il controllo del mar Mediterraneo ha dato potere e prosperità a Roma nei secoli.

Info mostra: http://museum.wa.gov.au/museums/maritime/pompeii

Gallery: 

 

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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