Quella annunciata oggi dal Ministero delle Antichità egiziano non è solo una nuova scoperta, ma una scoperta del tutto nuova: si tratta della prima testimonianza archeologica di un giardino funerario di 4000 anni fa. Si era a conoscenza della presenza di questa area cultuale grazie ai modellini funerari e alle varie rappresentazioni presenti sulle pareti delle tombe del Nuovo Regno, dove un piccolo giardino quadrato veniva raffigurato all’ingresso del monumento funebre con un paio di alberi accanto ad esso, ma archeologicamente, finora, non ne era mai stata trovata nessuna traccia. La sensazionale scoperta è opera della missione archeologica spagnola che da 16 anni lavora nella necropoli di Dra Abul el-Naga, sulla west bank di Luqsor, alle tombe rupestri della XVIII dinastia di Djehuty e Hery (1500-1450 a.C.): il “Proyecto Djehuty”. Il giardino funerario è stato dissotterrato nel cortile aperto di una tomba del Medio Regno scavata nella roccia, misura 3 x 2 m ed è diviso in piccole aiuole quadrate di circa 30 cm per lato. I riquadri sembrano contenere diversi tipi di piante e fiori. Al centro emergono due aiuole rialzate probabilmente utilizzate per accogliere un piccolo albero o un cespuglio. In uno degli angoli, invece, sono stati trovati ancora ben conservati la radice e una porzione di tronco (circa 30 cm) di un piccolo albero risalente sempre a quel periodo, 4000 anni fa.
Quello che sorprende e che emoziona anche un po’ è che accanto a questo albero si trovava ancora una ciotola contenente datteri e altri frutti lasciata lì probabilmente come un’offerta presentata al defunto.
Ora, grazie al ritrovamento di questo giardino che probabilmente aveva anche un significato simbolico, si ha la conferma archeologica di un aspetto dell’antica cultura e religione egizia che finora era conosciuto solo attraverso l’iconografia visto che mai niente di nemmeno simile è mai stato trovato.
Come se questa notizia non fosse abbastanza eclatante di per se, la missione diretta dal dottor Jose Galan ha anche scoperto una piccola cappella in mattoni crudi (46 x 70 x 55 cm) proprio a ridosso della facciata della tomba intagliata nella roccia. Al suo interno sono state rinvenute tre stele della XIII dinastia (1800 a.C. circa): una di proprietà de “il cittadino Khemenit, figlio della signora della casa, Idenu” – così come indica la stele nella quale sono anche menzionati gli dei Montu, Ptah, Sokar e Osiris – e un’altra che vede come proprietario un uomo di nome Renefseneb.
Queste sono scoperte davvero importanti in quanto sottolineano la rilevanza che l’area della necropoli di Dra Abu el-Naga aveva come luogo sacro durante il Medio Regno e come in questo luogo venivano praticate attività cultuali diverse tra loro.
Source: MoA