La missione archeologica congiunta italo-olandese del Museo Egizio di Torino e del Museo di Antichità Nazionale di Leiden, assieme al Ministero delle Antichità egiziano, ha recentemente portato alla luce una tomba risalente a 3200 anni fa e appartenuta a un certo Paneshy, assieme a quattro piccole cappelle funerarie di epoca ramesside nell’area di Saqqara, a 30 km a sud del Cairo.

Questa interessante scoperta permette di avvalorare una teoria sostenuta già da tempo dagli studiosi, ovvero che alcune tombe presenti nella necropoli di Saqqara, risalenti all’Antico Regno e alla XVIII dinastia, fossero state riutilizzate in epoca ramesside, come testimoniano anche le iscrizioni rinvenute sulle pareti, che oltre a riportare i nomi dei defunti, parlano anche delle pratiche funerarie utilizzate.

Inoltre, come spiega il Dott. Muhammad Youssef, Direttore del Distretto delle Antichità di Saqqara, la necropoli ha una struttura del tutto particolare: sembra assumere la forma di un tempio autonomo, con un cancello d’ingresso, un cortile interno con basi di colonne in pietra e un pozzo che conduce a camere funerarie sotterranee e a tre cappelle, una accanto all’atra. Il complesso funerario ha forma rettangolare e misura 13,4m x 8,2m, inoltre confina a sud con la celebre di Maya, responsabile del tesoro di Tutankhamon.

Vista della tomba con le tre cappelle. Ortofotografia realizzata con tecnica fotogrammetrica da terra, a cura dei tecnici della missione archeologica congiunta italo-olandese del Museo Egizio di Torino e del Museo di Antichità Nazionale di Leiden. 

Christian Greco, Direttore del Museo Egizio di Torino e della missione italiana, ha poi aggiunto che all’interno della tomba è stata rinvenuta una scena raffigurante il proprietario della tomba, ovvero un certo Paneshy, raffigurato assieme alla moglie Baia, che portava il titolo di Cantante di Amon. Vi sono poi una raffigurazione di Paneshy che fa offerte alla dea Hathor, una di Banhasi e la moglie di fronte ad un tavolo di offerte, davanti alla quale sta un sacerdote calvo, che porta la pelle di leopardo, oltre a numerose altre scene di sacerdoti e offerte.

La Dott.ssa Lara Weiss, curatrice della collezione egizia e nubiana del Museo di Leiden, ha aggiunto la scoperta dei resti di quattro piccole cappelle, a est della tomba di Paneshy, una delle quali appartiene a un certo Yuyu, artigiano responsabile della produzione delle lamine d’oro presso il tesoro del faraone. Molto affascinanti sono le decorazioni a rilievo della cappella: sono infatti rappresentate quattro generazioni della famiglia di Yuyu, oltre al corteo funebre dell’artigiano, il rituale dell’apertura della bocca, la venerazione della dea vacca Hathor e della barca del dio locale di Saqqara, Soqar. A questa si aggiunge un’altra splendida cappella, le cui decorazioni richiamano quelle della tomba di Maya e Merit, poco distanti.

Le iscrizioni che vengono dalla cappella, ph. Ministry of Tourism and Antiquities
Un archeologo che lavora sulle iscrizioni, ph. Ministry of Tourism and Antiquities

“Lo scavo a Saqqara, iniziato nel 1975 dal Egypt Exploration Society e dal Museo Nazionale delle Antichità di Leiden, è finalizzato alla ricontestualizzatine archeologica di monumenti, rilievi e statue, giunti nelle collezioni europee nel XIX secolo. Nel 2015 il Museo Egizio è diventato partner della missione. L’archeologia oggi mira a ricostruire la biografia di questi oggetti, perché si possa meglio comprendere la storia economica e sociale dell’antico Egitto. Il ritrovamento della cappella di Yuyu ne è l’esempio plastico, in questo gli stipiti di porta provenienti da questo monumento e conservati oggi al Musée de Picardie ad Amiens possono essere finalmente compresi e contestualizzati”, afferma il Dott. Christian Greco.

Di seguito, una galleria di immagini dello scavo forniteci dal Museo Egizio di Torino.

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