È di qualche giorno la notizia di nuove scoperte emerse dalle acque di Baia. Complici dolci correnti e forti mareggiate, si sono rese visibili nuove porzioni di pavimenti in mosaico, nonché due nuovi frammenti di altari nabatei. Stupiti dalla straordinaria bellezza, gli studiosi, si ritrovano ancora una volta ad ampliare le pagine della storia di Baia. Per tanti anni, simbolo della città sommersa, è stato una porzione di mosaico rappresentante delle onde, realizzato con tasselli bianchi e neri. Apparteneva ad un ambiente del Portus Julius, ritrovato durante un’immersione ricognitiva quaranta anni fa.
Per una serie di eventi naturali, quali il bradisismo e la volontà dello stesso mare rivelatore, quel mosaico è risultato essere introvabile per parecchi anni, fino a quando, qualche mese fa è ritornato a mostrarsi in tutto il suo splendore (foto 1). Ma questa non è l’unica riscoperta. Recentissimo è stato l’annuncio del rinvenimento di un nuovo mosaico appartenente al sito Terme del Lacus (foto 2).
Il disegno, realizzato con tasselli colorati, raffigura dei motivi geometrici non ancora esplicati ma che hanno di certo lanciato una nuova sfida per gli storici ed archeologi del luogo. Qualche comparazione è stata fatta con mosaici rinvenuti in Tunisia e si è arrivati ad ipotizzare uno schema come quello mostrato nella foto n.3. Quasi simile ad un moderno mandala da colorare, la ripetizione del modello fa ben sperare in una estensione dell’area.
L’Ente Parco Archeologico Campi Flegrei ha già annunciato la programmazione di un nuovo cantiere che porterà di certo nuove risposte. Un’altra scoperta ha acceso ancora i riflettori sull’antica Baiae. Due altari di marmo, risalenti alla prima metà del I secolo d.C. che si ritiene appartengano al grande Tempio dei Nabatei, rimasto sommerso e coperto per anni. Con l’ausilio delle nuove tecnologie che consentono una ricognizione approfondita dell’area, penetrando anche lo strato di sabbia, gli studiosi hanno confermato e meglio collocato questo Tempio. I Nabatei, popolo di commercianti dell’Arabia antica, stabilirono una loro base nel porto puteolano essendo questo il più grande scalo commerciale romano.
Già in passato, grazie all’audace ma distruttiva impresa di impavidi tombaroli, un altare nabateo integro fu rinvenuto sulla spiaggia di Pozzuoli, probabilmente abbandonato lì in vista per la sua mole poco comoda da trasportare. Debitamente analizzato e restaurato, è esposto, presso il Museo Archeologico nel Castello di Baia (foto 4). Il recente ritrovamento (foto 5) ci da ulteriore conferma della presenza Nabatea. Un susseguirsi di meravigliose conferme e scoperte che fanno ben sperare in uno studio senza fine. La passione, la tecnologia e la conoscenza umana continua a farci scoprire Baia. E il mare ci aiuta sempre.