Durante i lavori effettuati dall’Acquedotto Pugliese per il risanamento e la manutenzione delle reti idriche nel centro di Taranto, tra il 2016 e il 2017, per sostituire vecchie tubazioni con nuove di maggior diametro, per una lunghezza complessiva di 3,7 km., sono emersi importanti reperti di interesse archeologico.
Questo non dovrebbe stupire vista la straordinarietà storico-archeologica della città, ma i resti rinvenuti sono assolutamente da considerare di notevole pregio. I materiali sono relativi soprattutto alla necropoli greca e romana, con sepolture di tipologia varia che si datano tra VI e I secolo a.C. Sono emerse infatti sepolture a semicamera, a sarcofago, a fossa, con i relativi corredi funerari. Ulteriori ritrovamenti sono riconducibili anche ad attività artigianali nell’area grazie alla scoperta di fornaci per la cottura dell’argilla databili al II secolo a.C., poi pozzi obliterati in periodi diversi (dall’età arcaica a quella ellenistica) e antichi tracciati viari in cocciopesto. Gli esperti sono già a lavoro per il restauro e la catalogazione dei reperti che si spera presto verranno mostrati anche alla cittadinanza e chissà, magari anche esposti nel prestigioso Museo archeologico di Taranto.