I lavori per la realizzazione della Metro C di Roma, durante il corso degli anni, hanno restituito materiale inedito e assolutamente interessante per quanto riguarda l’archeologia della città. In modo particolare, la stazione di Via Amba Aradam è stata protagonista di scoperte eccezionali. Le indagini archeologiche che si sono svolte nei mesi di novembre- dicembre 2015 nell’area, poi riprese dopo un blocco nel marzo 2016, hanno restituito parte di una caserma- castra, databile alla prima metà del II secolo d.C.
La scoperta di eccezionale interesse è emersa a 9 metri di profondità e probabilmente si data all’epoca dell’imperatore Adriano. Ai lati di un lungo corridoio centrale si aprono 39 ambienti di cui 25 quadrangolari di dimensioni analoghe (ca.m.4×4=16 mq cadauno) dove, in alcuni di essi, si conservano anche pavimenti in mosaico con decorazioni geometriche in tessellato bianco-nero e semplici affreschi alle pareti. Altri ambienti ritrovati che sono oggetto di indagini, probabilmente erano adibiti a funzioni di servizio. Non si conoscono le dimensioni reali della caserma; il tipo architettonico è diffuso ovunque nel mondo romano, dove a corridoi paralleli si aprivano alloggi per i soldati, anche su due livelli, comprensivi di ambienti di servizio, come le latrine e le cucine.
L’edificio fu abbandonato, spoliato dei materiali riutilizzabili come le tubature di piombo, rasato e poi interrato durante la costruzione della Mura Aureliane tra il 271 e il 275 d.C. L’imponente cinta difensiva non doveva avere davanti a sé costruzioni che potessero proteggere o nascondere i nemici di Roma, ma solo una spianata facilmente controllabile.
«I resti della caserma romana sono emersi a 9 metri sotto l’attuale livello stradale –dice la dottoressa Rossella Rea responsabile scientifico dello scavo archeologico–, una profondità in cui è praticamente impossibile con gli strumenti attuali poter prevedere la presenza di strutture antiche. Occorre quindi uno scavo vero e proprio, che questa volta ci ha riservato una bellissima sorpresa: parte di una caserma della prima metà del II secolo d.C., abbandonata quando, nel III secolo, furono costruite le mura Aureliane e di cui si era perso il ricordo. La caserma fa parte di un vero e proprio acquartieramento militare, che gravita verso il campus martialis che corrisponde all’attuale piazza San Giovanni in Laterano. Ai lati di un corridoio lungo oltre 100 metri si aprono 39 ambienti, dei quali 25 ampi 16 metri quadri e identificabili come alloggiamenti dei militari. Alcuni locali conservano i pavimenti a mosaico con disegno geometrico e sulle pareti intonaci semplicemente affrescati».
«L’eccezionalità del ritrovamento –spiega il Soprintendente Francesco Prosperetti– è nella estensione dei resti rimessi in luce, oltre mille metri quadrati di una antica caserma. Resti che quindi vanno valorizzati nella loro interezza e restituiti al pubblico, come erano dove erano. Abbiamo chiesto a Roma Metropolitane uno studio di fattibilità di questo intervento di recupero archeologico, che dovrà sposarsi con una progettazione architettonica di qualità adeguata all’importanza del ritrovamento. Dovrà essere il modello per tutte le nuove stazioni della linea C destinate ad attraversare il centro storico di Roma. Una organizzazione funzionale degli spazi, ma volta a integrare lo straordinario patrimonio archeologico del sottosuolo di Roma con le infrastrutture della città moderna. Per ottenere questo obiettivo è ipotizzabile anche la rimozione dei reperti in grandi blocchi e, a stazione ultimata, la loro ricollocazione nella posizione originale».
La caserma non sembra essere un unicum nella zona. Lungo le pareti meridionali del Celio sono stati scoperti, in periodi diversi, anche altri resti di strutture simili a quella di Amba Aradam: i Castra Nova Equitum Singularium, che si trovano sotto la Basilica di San Giovanni in Laterano, i Castra Nova Equitum Singularium all’imbocco di Via Tasso, i Castra Peregrina presso la chiesa di Santo Stefano Rotondo. Infine, un frammento recentemente trovato della Forma Urbis, la grande pianta marmorea di Roma di epoca severiana, riproduce la planimetria di un’altra caserma ubicata presso villa Celimontana. Le pendici meridionali del Celio, in un periodo che va dalla prima metà del II secolo a.C. in poi, fu interessato da un grande numero di alloggiamenti militari, connotandosi quindi come un vero e proprio acquartieramento militare.
Di vari castra a Roma è noto solo il nome che ci viene tramandato da fonti epigrafiche e letterarie, ma non si conoscono le varie ubicazioni. La scoperta dei castra di Amba Aradam potrebbe dare luce ai complessi noti ma che ancora non sono stai localizzati.