Sarà aperta dall’11 al 14 febbraio l’Insula dei Casti amanti situata nella Regio IX,12. Un’occasione unica visto che l’area è solitamente inaccessibile ai visitatori e resterà chiusa fino al 2020, quando saranno ultimati i lavori di restauro e messa in sicurezza dei fronti di scavo che incombono sull’edificio.

Nell’Insula, giorno 9 febbraio, entreranno il ministro dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini e la commissaria europea per gli affari regionali, Corinna Cretu, che supervisiona il Grande Progetto Pompei da 105 milioni di euro. Massimo Osanna mostrerà loro il progetto da 10 milioni di euro che interesserà il restauro dell’intero edificio e il rifacimento delle coperture. L’Insula, che si trova su Via dell’Abbondanza, non è stata ancora indagata tutta; i dati emersi durante le campagne di scavo stratigrafico hanno comunque rilevato dati interessanti per la ricostruzione storica di questa parte della città. Prima dell’edificazione attuale, l’area risulta sporadicamente frequentata sin dall’età arcaica, per poi essere rioccupata sistematicamente dal III secolo a.C.

Lo stato in cui si trovavano gli edifici durante l’eruzione, un panificio e una casa, ha mostrato che dovevano esserci in corso interventi di risistemazione idraulica e di restauro degli apparati decorativi in un grande ambiente della Casa dei Pittori al Lavoro, lavori intrapresi forse a causa di un terremoto avvenuto qualche giorno prima del disastro del 79 d.C., e lasciati incompiuti per sempre. Sulle pareti infatti, sono stati trovati i disegni preparatori realizzati prima di applicare il colore dell’affresco, improvvisamente interrotti per il sopraggiungere della catastrofe. L’intera insula prende però il nome dalla decorazione di un triclinio con quadri raffiguranti tre banchetti durante tre momenti dell’anno, uno dei quali, quello estivo, immortala un languido bacio tra due casti amanti.
Altre scoperte sono state effettuate nella stalle del panificio, nella quale sono venuti alla luce gli scheletri dei muli utilizzati per girare le macine presenti e caricare il grano necessario per la panificazione.