Nel 1816 si iniziarono i lavori di scavo del Santuario di Apollo, una delle aree cultuali più importanti di Pompei.
Costruito in un punto nevralgico, permetteva salendo da Porta Marina, di arrivare nel centro pubblico della città. Assieme al Tempio dorico, quello di Apollo, costituisce uno dei nuclei cittadini più antichi, confermato anche dal ritrovamento di parte della decorazione architettonica databile tra il 575 e il 550 a.C. La scelta del culto, rimanda probabilmente alla presenza greca ed etrusca in Campania, documentata nel tempio anche da ritrovamenti di materiale votivo.
Tra il III e il II secolo a.C. il vecchio edificio arcaico (VI a.C.) venne rinnovato fino ad assumere le forme attuali,tranne per qualche rifacimento di epoca neroniana. L’edificio templare ingloba in se elementi sia italici come l’alto podio con scala d’accesso che greci, la peristasi; il pavimento della cella ha una decorazione a rombi di pietra policroma ad imitazione di cubi prospettici. L’area del tempio è circondata da un porticato al cui centro vi è un altare.
Un colonnato monumentale forse con annessa una terrazza, collegava il santuario al Foro dove si svolgevano i giochi gladiatori e le rappresentazioni teatrali dei ludi Apollinares, le feste in onore del dio dove fanciulli e fanciulle venivano iniziati e dove riconoscevano anche nella sorella gemella Diana i loro numi tutelari.
Le statue che attualmente si vedono nell’area sono delle copie di originali in bronzo di epoca ellenistica custodite al Museo Archeologico di Napoli.