La statua colossale di Costantino

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Roma regala sempre delle bellissime emozioni, anche se si sceglie di visitare luoghi dove già siamo stati altre volte. Le scale che portano al Campidoglio rientrano tra questi luoghi e se la meta finale è la visita del più antico museo del mondo, lo stupore non mancherà di certo.

La  visita ai Musei Capitolini inizia non appena si superano i necessari controlli – con tanto di metal detector per visionare l’interno di borse e zaini – e ci si trova nel Cortile del Palazzo dei Conservatori. Qui sono stati sistemati alcuni importanti reperti tra i quali, sul lato sinistro del cortile, i rilievi di alcune province romane provenienti dal tempio di Adriano a Piazza Pietra dove si identificano quella di Bitinia e d’Armenia.

ph/Paolo Bondielli - Dettaglio della testa colossale
ph/Paolo Bondielli – Dettaglio della testa colossale di Costantino

Sul fondo sono state collocate statue di Daci realizzate in marmo bigio provenienti dal Foro di Traiano e una statua della dea Roma seduta, che ricorda nello stile le opere greche di Fidia. A destra del visitatore invece sono visibili dei reperti che colpiscono subito l’attenzione: una testa, una parte di avambraccio, una mano e parti di un piede, tutti di dimensioni decisamente colossali.

Si tratta dei resti di una statua di Costantino (Naissus, 27 febbraio 274 d.C.; Nicomedia, 22 maggio 337 d.C.) che fu imperatore romano a partire dal 306 d.C. Le fonti che lo riguardano sono controverse. Da una parte Lattanzio nel suo De Mortibus Persecutorum ed  Eusebio di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica, ne esaltano le doti di imperatore cristiano; dall’altra Zosimo, pagano e anticristiano, nella sua Storia Nuova ne dà un giudizio opposto.

ph/Paolo Bondielli - La mano colossale
ph/Paolo Bondielli – La mano colossale

Ad ogni modo Il suo spirito riformatore lo portò ad intervenire nell’esercito e nell’amministrazione e a promulgare assieme a Licino il celebre Editto di Milano  del 313 d.C., dove veniva consentito ai cittadini dell’Impero Romano la libertà di professare il proprio culto religioso, quindi anche ai cristiani le cui persecuzioni erano comunque già terminate nel 311 a.C. con l’Editto di Galerio.

Secondo quanto ci racconta il mito, usando la punta della propria lancia tracciò di persona il pomerium della nuova capitale dell’Impero Romano d’Oriente, Costantinopoli, che venne inaugurata l’11 maggio del 330 d.C. dopo che furono officiati una serie di complessi riti latini e pagani che la collegavano alla nascita di Roma.

Le parti di questa statua visibili nel Cortile del Palazzo dei Conservatori, furono ritrovate nell’abside occidentale della Basilica di Massenzio nell’anno 1486, quando sedeva sul Trono di Pietro papa Innocenzo VIII e fu realizzata probabilmente tra l’anno in cui questa basilica venne consacrata a Costantino, il 313 d.C., e l’anno in cui il sovrano cominciò ad essere rappresentato con il diadema, qui assente, il 324 d.C. Nella sua interezza doveva misurare non meno di 12 metri di altezza.

La presenza delle parti suddette e la totale assenza del resto del corpo, ha portato gli studiosi a ipotizzare che questa statua fosse un acrolito e che quindi per la struttura portante fosse stato utilizzato materiale meno pregiato, come legno e laterizi, lasciando il marmo (come in questo caso) o il bronzo (come in altri casi) per la parti “a vista”: la testa, le mani e i piedi.

Osservando la testa di Costantino colpisce l’idealizzazione dei tratti del suo volto, in contrapposizione con il realismo caratteristico della ritrattistica romana, quasi che si fosse voluto sottrarre al tempo la figura del sovrano per collocarla in una dimensione eterna e ultraterrena, alla stregua dei santi.

ph/Paolo Bondielli - L'enorme piede con la perfetta resa delle unghie
ph/Paolo Bondielli – L’enorme piede con la perfetta resa delle unghie

Va ricordato che alcune Chiese Ortodosse vedono in Costantino una figura assimilabile a quella dei santi ed è associato agli Apostoli, probabilmente per aver reso possibile la diffusione del Cristianesimo in tutto l’Impero Romano con l’Editto del 313 d.C., anche se il suo nome non è citato nel Martirologio Romano.

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Paolo Bondielli

Storico, studioso della Civiltà Egizia e del Vicino Oriente Antico da molti anni. Durante le sue ricerche ha realizzato una notevole biblioteca personale, che ha messo a disposizione di appassionati, studiosi e studenti. E’ autore e coautore di saggi storici e per Ananke ha pubblicato “Tutankhamon. Immagini e Testi dall’Ultima Dimora”; “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi”; “Ramesse II e gli Hittiti. La Battaglia di Qadesh, il Trattato di pace e i matrimoni interdinastici”.

E’ socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Egittologia.net. Ha ideato e dirige in qualità di Direttore Editoriale, il magazine online “MA – MediterraneoAntico”, che raccoglie articoli sull’antico Egitto e sull’archeologia del Mediterraneo. Ha ideato e dirige un progetto che prevede la pubblicazione integrale di alcuni templi dell’antico Egitto. Attualmente, dopo aver effettuato rilevazioni in loco, sta lavorando a una pubblicazione relativa Tempio di Dendera.

E’ membro effettivo del “Min Project”, lo scavo della Missione Archeologica Canario-Toscana presso la Valle dei Nobili a Sheik abd el-Gurna, West Bank, Luxor. Compie regolarmente viaggi in Egitto, sia per svolgere ricerche personali, sia per accompagnare gruppi di persone interessate a tour archeologici, che prevedono la visita di siti di grande interesse storico, ma generalmente trascurati dai grandi tour operator. Svolge regolarmente attività di divulgazione presso circoli culturali e scuole di ogni ordine e grado, proponendo conferenze arricchite da un corposo materiale fotografico, frutto di un’intensa attività di fotografo che si è svolta in Egitto e presso i maggiori musei d’Europa.

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