Alla scoperta del MAC: il Museo Archeologico Civico di Vercelli “L. Bruzza”

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Il 21 maggio 2014 è stato inaugurato il Nuovo Museo Archeologico Civico di Vercelli, ubicato nella manica medievale del broletto di Santa Chiara, in corso Libertà. La cerimonia e la visita in anteprima sono state guidate dal sindaco Andrea Corsaro, dalla funzionaria della Soprintendenza Giuseppina Spagnolo e dall’archeologa Angela Deodato. L’edificio, situato nell’ex monastero dedicato a Santa Chiara, sorge sull’area della chiesa e dell’ospedale di San Graziano, di cui si ha menzione per la prima volta nel 1140, in una bolla papale che porta la firma di Innocenzo II.

L’ospedale medievale rientra nei cosiddetti “ospedali di ponte”, strutture che ospitavano viandanti e pellegrini che non potevano attraversare i fiumi, in questo caso il Cervo, nei periodi di piena o durante la notte. Sorgeva, come la chiesa che è stata attiva per tutto il Medioevo e parte dell’Età Moderna, extra moenia, cioè fuori le mura edificate alla fine del XII secolo. Il complesso venne intitolato a Santa Chiara dalle clarisse che vi si insediarono nel 1664, quando la parrocchia di San Graziano entrò nella sfera di pertinenza di Sant’Agnese, a causa della crisi demografica e delle guerre che avevano ridotto i parrocchiani a 150.

Sale espostive MAC

Il MAC si affaccia su un ampio piazzale sterrato, l’ex chiostro del monastero, sul confine orientale del centro storico e in prossimità della porta est della città, in direzione Milano. Facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, permette inoltre di usufruire di tutta la serie di servizi offerti dalla città, ossia bar, ristoranti, negozi ed uffici. È stato dedicato al padre barnabita Luigi Bruzza, celebre studioso nonché fondatore dell’archeologia vercellese con il suo testo “Iscrizioni antiche vercellesi”, datato al 1874.  Strutturato su due piani e sette sale espositive, il MAC racconta abilmente la storia dell’antica Vercellae attraverso più di seicento reperti rinvenuti durante le molteplici campagne di scavo, precedentemente custoditi negli archivi della Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte. Le sette sale tematiche sono organizzate in ordine cronologico, e permettono al visitatore di immergersi nel passato di un centro che nel II secolo a.C. era poco più di un villaggio, ma che alla fine del III secolo d.C. si era trasformato in una vera e propria città. Grazie ad un percorso interattivo e multimediale, che prevede l’utilizzo di schermi touch, la fruizione della collezione archeologica del Museo è garantita ad un pubblico che va dai grandi ai piccini. Difatti per le scuole sono anche previsti degli interessantissimi laboratori, in collaborazione con il Museo Leone di Vercelli.

Apollo

Guida la visita al Museo l’ologramma di Apollo, che rievoca la statua di due metri datata al I secolo a.C. e rinvenuta nel 1573. Il visitatore inizia dunque il suo viaggio nella prima sala, dedicata all’occupazione preromana, dove sono esposti i reperti provenienti dal villaggio dei Libui, la popolazione celtica allora stanziata nell’attuale centro della città. Viene raccontata la storia di Vercelli attraverso l’urbanistica e le abitudini dei suoi cittadini, nonché mediante l’esposizione di oggetti di uso comune quali tegami e piatti. Nella sala successiva emerge il gusto artistico degli antichi abitanti del luogo, grazie alla ricostruzione del soffitto decorato della domus del Brut Fond. Seguono le tappe che caratterizzarono la romanizzazione della città e dei costumi dei Libui, la sua promozione a municipium, per giungere fino alla crisi in epoca tardoantica.

La Vercellae romana viene valorizzata attraverso le sue infrastrutture pubbliche e private, quali mura, strade, anfiteatro, terme, fogne, necropoli e le ricche domus signorili.

Notevole attenzione è data anche agli aspetti della vita quotidiana, raccontati con oggetti per l’igiene personale, lucerne e monete, come anche ai riti funerari, con corredi funebri, una stele ed oggetti di culto. Il percorso si conclude con una teca contenente i reperti rinvenuti all’interno di un Pozzo in corso Prestinari, ossia coppette in legno, fermacapelli, pettini e curiosi dadi da gioco.

Quindi tra monete di diverse epoche, oggetti d’uso comune ed altri legati al culto dei defunti, e soprattutto grazie all’innovativo percorso multimediale, il Museo regala ai suoi visitatori una conoscenza globale della vita degli antichi abitanti di Vercelli/Vercellae. Basta guardare le opinioni che molti di essi hanno lasciato su TripAdvisor per comprendere quanto sia apprezzato, seppur poco conosciuto rispetto ad altri Musei presenti sul territorio nazionale. Una tra tutte inizia con: “Non mi stancherò mai di visitare il MAC”, ed è indice del tasso di soddisfazione ed appagamento dei fruitori del Museo. Non ci resta che invitarvi a visitarlo ed a scoprire anche voi le meraviglie del Museo Archeologico Civico di Vercelli, in cui passato e futuro si incontrano quotidianamente, grazie al felicissimo connubio tra la sua sede e il rinnovato aspetto interno.

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Alessia Mancuso

Laurea Magistrale in Archeologia del Mediterraneo, conseguita il 02/03/2016 presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (ex Facoltà di Lettere e Filosofia) dell’Università degli studi di Messina, con votazione di 110/110 e lode. Tesi di Laurea Magistrale in Iconografia e Archeologia della Moneta dal titolo: “La semantica del Labaro nei documenti monetali”. Relatore: Prof.ssa Maria Caccamo Caltabiano.

Vincitrice del Premio di Laurea “Onore al merito” (iniziativa dell’Università degli Studi di Messina relativa agli studenti più meritevoli dell’anno) per l’Anno Accademico 2015-2016. Vincitrice della Borsa di Studio “Onore al merito” (iniziativa dell’Università degli Studi di Messina relativa agli studenti più meritevoli dell’anno) per l’Anno Accademico 2014-2015. Vincitrice della Borsa di Studio “Onore al merito” (iniziativa dell’Università degli Studi di Messina relativa agli studenti più meritevoli dell’anno) per l’Anno Accademico 2013-2014.

Corso di Analisi e Studio dei reperti archeologici: “dallo spot dating all’edizione” svolto presso la Archeopros snc di Reggio Calabria nel periodo compreso tra 28-29 Giugno e 1-2 Luglio 2014, per un totale di 40 ore di attività suddivisa in 15 ore di schedatura, 15 ore di disegno archeologico e 10 ore di lucidatura CAD.

Corso di Rilievo Archeologico Manuale e Strumentale (I edizione, Aprile – Maggio 2013) svolto presso l’area archeologica delle Mura di Rhegion – Tratto della Via Marina, nel periodo compreso tra 26-29 Aprile e 2-4 Maggio 2013, per un totale di 20 ore di attività, suddivisa in 10 ore di Rilievo Manuale e 10 ore di Rilievo Strumentale con uso della Total Station.

Conferenza presso l’Associazione Culturale Anassilaos di Reggio Calabria il 6 Agosto 2013, dal titolo “Il Globo Crucigero: il simbolo dell’Imperium” (Tesi di Laurea in Numismatica Medievale. Relatore: Prof. Eligio Daniele Castrizio)

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