Nel 14 d.C. Augusto ormai prossimo alla morte convocò sull’isola di Capri, Tiberio, che venne nominato suo successore alla guida dell’Impero. Non passò molto tempo che Augusto fu costretto, nel suo rientro nell’Urbe, a fermarsi a Nola dove ormai in fin di vita spirò il 19 agosto. Secondo le fonti Tiberio ebbe un ultimo colloquio con Augusto nell’Octavianum nolano, secondo altre versioni Tiberio giunse a Nola che Augusto era già morto.
Venne quindi annunciata la morte del princeps, ma in seguito al misterioso assassinio di Agrippa Postumo da parte del centurione addetto alla sua scorta, Tiberio si fece nominare una scorta militare per timore di una attacco personale e convocò il 17 settembre del 14 d.C. il Senato per organizzare il funerale di Augusto e leggere il suo testamento. Eredi erano Tiberio e Livia, che assumeva il nome di Augusta, ma numerosi donativi venivano lasciati anche al popolo di Roma e ai legionari degli eserciti. Il senato decise di organizzare funerali solenni al princeps, il cui corpo venne cremato nel Campo Marzio e le ceneri deposte nel suo Mausoleo. Si dice che il Senato cominciasse a rivolgere preghiere al futuro imperatore affinchè assumesse il titolo del padre e guidasse lo stato romano, ma la storiografia riporta che inizialmente Tiberio rifiutò, volendo maggiori suppliche dai senatori, poi accettò l’offerta rendendosi conto che Roma aveva bisogno di una guida.
Dopo la seduta del Senato, Tiberio divenne ufficialmente il successore di Augusto alla guida dell’Impero di Roma, mantenendo come cariche la tribunicia potestas e l’imperium proconsolare maius, assieme ad altre cariche di cui godeva il padre e assumendo anche il titolo di princeps. Il suo regno ebbe una durata di 23 anni fino alla morte nel 37 d.C. Il primo atto ufficiale fu quello di divinizzare Augusto (divus Augustus) come precedentemente era stato fatto per il divo Cesare.
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