Amenhotep II: una scoperta straordinaria

Queste righe che seguiranno non vogliono trattare della mostra in scena al Mudec di Milano “EGITTO - La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II” sulla quale si è già tanto parlato, ma vogliono solo prendere spunto dai suoi contenuti per focalizzare l’attenzione su Amenhotep II, su cosa la sua tomba ci ha donato e cosa ha reso la sua scoperta così straordinaria visto che la vita di Amenophis II, eppur trattandosi dell’esistenza di un valoroso faraone, non è stata poi così eclatante da emergere nella millenaria storia dell’antico Egitto.

Un’insolita psicostasia scoperta nella chiesa di San Nicolò a Jesi

“Riportare alla luce questi affreschi significa riportare in vita la nostra città” è con queste parole che si è presentata la conclusione del lavoro di conservazione e restauro del bellissimo e particolarissimo affresco scoperto la scorsa estate nella chiesa di San Nicolò a Jesi raffigurante l’arcangelo Michele psicopompo e che potrebbe retrodatare la costruzione dell’edificio cultuale marchigiano. Con l’intenzione di rimuovere uno strato di calce che era stato posto nella notte dei tempi sull’abside della chiesa più antica della città, e cercare così di capire cosa nascondesse, si è scoperto l’importante dipinto medievale, unico nel suo genere sia per le numerose domande che ha innescato tra gli esperti che per le raffinate, nonché inusuali, rappresentazioni figurative.

Pompei e i Greci. Storia di un incontro

Visitando Pompei l’impressione è quella di una città che non si rivela mai con un’identità ben definita. Quella che vediamo è solo la parziale...

La stele di Rosetta, un reperto famoso, ma fu davvero così...

Oggi ricorre l’anniversario della scoperta della celebre Stele di Rosetta, nei modi e nei tempi che ormai sono noti a tutti. Quello che forse ai più sfugge è il tempo intercorso tra la scoperta della Stele – correva l’anno 1799 – e la scoperta del sistema che stava alla base della scrittura gergoflica, avvenuta nel 1822. Ben 23 anni duranti i quali la Stele di Rosetta respinse tutti i tentativi di traduzione messi in atto da studiosi di primordine, quanto da improvvisati esperti. L’unico testo che fu tradotto fin da subito, quello greco, non portò nessun beneficio al tentativo di traduzione, benché nella sua parte finale affermasse che lo stesso testo era stato trascritto in geroglifico, demotico e greco appunto. Qui di seguito propongo il capitolo che scrissi nel libro “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi” di Alberto Elli, dove curai l’approfondimento storico, affinché la storia della decifrazione dei geroglifici da parte di Champollion non venga banalizzata dalla presenza ingombrante della Stele di Rosetta, che in questa corsa alla decifrazione ebbe il solo merito di riaccendere l’interesse degli studiosi intorno a questa misteriosa scrittura.

Monete incuse. Indice di arcaicità e riflesso di un’epoca

Durante la fase iniziale della loro monetazione alcune città dell’Italia Meridionale e della Sicilia coniarono delle monete definite incuse. Questi particolarissimi documenti monetali si datano alla seconda metà del VI secolo a.C., ma si rifanno ad un importante archetipo: i Rovesci delle monete arcaiche emesse dalle città della Grecia propria e da quelle ellenizzate nel Mediterraneo Orientale . Il termine “incuso” deriva dal latino incusus, participio passato di incudere, e ha l’accezione di “imprimere col conio” . Nella scienza che studia le monete, la Numismatica, si fa riferimento ai documenti che presentano l’impronta del conio in incavo piuttosto che in rilievo. Il lemma viene adottato sempre in associazione alla parola “moneta”. Si parla difatti di monete incuse, monete col tipo incuso, monete col Rovescio incuso. È proprio il Rovescio ad essere realizzato con questa peculiare tecnica, e ad ospitare un tipo (o immagine monetale) differente da quello del Diritto per fattura e caratteristiche intrinseche. Le monete incuse si distinguono in monete col quadrato incuso e monete col Rovescio incuso . La loro forma è già di per sé un indice di arcaicità: il tondello è spesso, irregolare, sovente allungato . Con il passare del tempo e l’evolversi delle tecniche di coniazione, i tondelli di metallo diverranno sempre più sottili, regolari e di forma circolare.

Cronaca di un’eruzione

"Per me l’eruzione è un’immagine sconvolgente, un avvenimento straordinario ed anche un grande pezzo di scultura […] Il Vesuvio per me è molto più grande di un mito: è una cosa terribilmente reale” (Andy Warhol) Dinanzi ai disastri naturali, il più delle volte, l’uomo non può che rimanere impotente di fronte allo sconvolgimento che essi comportano. Oggi come ieri, tali fenomeni di portata inimmaginabile, creano un senso di vuoto e di smarrimento, di angoscia e paura perché sfuggono ad ogni calcolo e alla possibilità di dominio. Dopo 2000 anni, visitando le rovine delle città colpite nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio, non si può che rimanere attoniti, stupiti, commossi dalla fine che molte migliaia di persone fecero quel giorno del 24 agosto. Sono diverse le testimonianze dei contemporanei che più di tutti ci hanno permesso di ricostruire i fatti di quei terribili giorni, già commossi per la violenza dell’atto distruttivo che rase al suolo intere città, seppellendone per secoli la memoria. Non solo Plinio il Giovane che descrisse con dovizia di particolari l’accaduto all’amico Tacito, ma anche Marziale che ha lasciato un toccante epicedio sulla distruzione di Pompei.