Il nuovo Museo archeologico di Reggio Calabria

Il clima che ci porta al Museo archeologico di Reggio Calabria è quello delle grandi feste, non solo perché oggi all’inaugurazione erano presenti, oltre le autorità locali, anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, ma perchè la città attendeva da ben dieci anni la riapertura di questo grande polo museale calabrese. Il nuovo museo non è solo quello dei Bronzi di Riace, forse i reperti più identificativi della Calabria archeologica, ma l’obiettivo della nuova dirigenza, capitanata da Carmelo Malacrino, è quello di restituire all’Italia e al mondo un luogo nuovo che conserva e illustra l’ascesa, il lusso e il declino della civiltà della Magna Grecia nata dall’incontro dei coloni Greci con le popolazioni indigene locali.

Riapre l’Antiquarium di Pompei. In mostra la devozione antica e moderna.

Ancora novità dal grande cantiere di Pompei, questa volta con la riapertura dopo 36 anni di buio di uno dei luoghi simbolo della città di Fiorelli e poi di Maiuri, cioè l’Antiquarium. La sua storia comincia nel lontano 1873-1874 quando l’allora direttore degli scavi Giuseppe Fiorelli lo fece realizzare nella sottostante terrazza del tempio di Venere con affaccio verso Porta Marina per ospitare una serie di reperti maggiormente rappresentativi della vita quotidiana di Pompei, oltre alcuni calchi delle vittime dell’eruzione del 79 d.C.

L’ombra degli Etruschi in mostra a Prato

In epoca etrusca l’area della Toscana comprendente la pianura e le alture collinari fra Firenze, Prato, Pistoia, il Montalbano, il Mugello e la Val di Sieve (ovvero il territorio a nord del fiume Arno, definibile come “fiesolano” dal nome del centro etrusco di Fiesole che fungeva da fulcro) costituiva un’area strategica la cui unità culturale è testimoniata da un notevole tesoro archeologico. La mostra “L’ombra degli Etruschi. Simboli di un popolo fra pianura e collina”, allestita a Palazzo Pretorio di Prato (visitabile fino al 30 giugno 2016), ripercorre la storia delle popolazioni che abitavano quest’area attraverso una produzione di pregio tra cippi, stele e bronzetti, utili per comprendere le radici culturali profonde e apprezzare il significato di una produzione eccellente, strettamente connessa alla sfera del sacro e dell’oltremondano.

Il ritorno della Lampadoforia, rivive la Neapolis delle origini.

Il grande corteo storico ci riporterà nel V secolo a.C. per farci rivivere “quanno nascette Napule” con il ritorno dopo oltre quattrocento anni, dell’antica corsa simbolica con le fiaccole: “La Lampadoforia”, una gara a squadre a staffetta che fino all’epoca del Vicereame Spagnolo, si perpetuò nel Tempo e che animerà ancora i “Decumani” subito dopo il corteo con 4 squadre di atleti, sempre in costume storico, a rappresentare le quattro principali etnie che fondarono la Città: Cumani, Siracusani, Ateniesi e Calcidesi.

Sinai: l’origine dell’alfabeto

Il prossimo 25 aprile, alle ore 18.30, presso il Museo Egizio del Cairo verrà inaugurata dal Ministro delle Antichità il Dr. Khaled El-Enany la mostra temporanea "Sinai: the Origin of the Alphabet". L’esposizione, organizzata in collaborazione con la Missione Archeologica dell’Università di Bonn, si inserisce nel quadro della celebrazione della Festa della Liberazione del Sinai e mostrerà tutti i reperti custoditi all’interno del Museo Egizio del Cairo contenenti le prime iscrizioni alfabetiche.

L’Egitto arriva a Pompei

In anteprima oggi per la stampa e da domani 20 aprile fruibile per tutti fino al 2 novembre 2016, la seconda tappa del grande evento “Egitto-Pompei” che ha visto arrivare per la prima volta dal Museo Egizio di Torino nella restaurata Palestra Grande del sito vesuviano otto statue colossali, una del re Thutmosi I e sette della terribile Sekhmet, dea egizia della testa leonina, inquietante e misteriosa, dispensatrice di abbondanza, ma allo stesso tempo potenza devastatrice temuta dagli uomini.