L’ARA COM’ERA. Un racconto in realtà aumentata del Museo dell’Ara Pacis

Storia e tecnologia si incontrano per una visita immersiva e multisensoriale dell’Ara Pacis. L’ARA COM’ERA è il primo intervento sistematico di valorizzazione in realtà aumentata e virtuale del patrimonio culturale di Roma Capitale, nello specifico di uno dei più importanti capolavori dell’arte romana, costruito tra il 13 e il 9 a.C. per celebrare la Pace instaurata da Augusto sui territori dell'impero.

Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira

Grazie a un lavoro di ricostruzione in scala 1:1, realizzato in Italia, sarà possibile ammirare tre monumenti distrutti, danneggiati o sviliti dalle guerre nel vicino Oriente. Le tre opere, che saranno esposte nell'ambito della mostra 'Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud e Palmira' sono il Toro di Nimrud con la testa dalle fattezze umane, che non esiste più, il soffitto del Tempio a Palmira di cui restano frammenti e la sala dell'archivio di Stato del Palazzo di Ebla, che custodiva 17.000 tavolette cuneiformi, e che versa in grave stato di abbandono.

La collezione epigrafica del Museo Archeologico di Napoli

La storia della collezione epigrafica del Museo Archeologico di Napoli è molto frammentaria, ma i pezzi che accoglie sono testimonianze preziose per la storia dell’epigrafia in quanto comprendente oltre duemila documenti in lingua latina, greca e nei dialetti dei popoli italici.

I faraoni tornano a Napoli

Dopo sei anni dalla chiusura della collezione egizia del Museo Archeologico di Napoli, riapre la più antica raccolta di reperti della terra d’Egitto grazie ad una collaborazione tra MANN, l’Università L’Orientale e il Museo Egizio di Torino. E’ l’ultimo atto del più ampio percorso Egitto Pompei che ricordiamo essere iniziato a Torino con la mostra “Il Nilo a Pompei”, proseguito poi in terra vesuviana con una mostra dedicata all’influenza egizia in Campania, con un percorso articolato all’interno del sito archeologico di pompeiano e terminata a giugno con la riapertura della sala dei Culti Orientali al Museo di Napoli, e nelle giornata del 7 ottobre, con la riapertura della collezione egizia più antica d’Europa.

Le stele arpocratee

La collezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli custodisce una cospicua collezione di stele arpocratee, dette anche “Cippi di Horus”, che rappresentano uno dei più singolari reperti che la terra dei faraoni ci abbia restituito. Le raffigurazioni e i testi contenuti in queste stele, che esercitavano una funzione protettiva per chi le possedeva, si rifanno a un episodio del mito di Osiri e Isi, che vede quest’ultima esercitare la propria magia per proteggere il figlio Horus da Seth, che lo vuole uccidere per ereditarne il diritto al trono utilizzando degli animali malefici. Grazie all’aiuto degli dei, in particolare Ra e Thot, Isi riesce ad allontanare le insidie di Seth, ovvero a far trionfare il bene sul male e sul disordine che esso rappresenta.

Figurina femminile con Bastet

Questo reperto in bronzo con la superficie parzialmente corrosa e le gambe spezzate all’altezza delle caviglie, rappresenta una donna in piedi nell’atto di incedere, che tiene la dea Bastet su una spalla reggendola con entrambe le braccia.