Assuan: dalla necropoli dell’Aga Khan emergono tombe di famiglia di epoca...
La missione archeologica congiunta italo-egiziana EIMAWA (Egyptian-Italian Mission At West Aswan), coordinata dall'Università degli Studi di Milano e dal Ministero del Turismo e delle...
Mediterraneo antico: un relitto riscrive i libri di storia!
Ricordiamo tutti le scene d’apertura del film “Titanic”, con il cacciatore di tesori interpretato da Bill Paxton e il suo team alla ricerca del...
L’Akh-menu e il “giardino botanico” di Thutmosi III
Thutmosi III, nell'anno 23 del suo regno, iniziò la costruzione di un nuovo tempio all'interno del complesso templare di Karnak. Lo chiamò "Menkheperre Akh-menu" e fu qualificato come “grande tempio dei milioni di anni. Il tempio fu costruito come memoriale a suo padre Amon-Ra e ai suoi antenati al fine di perpetuare i loro nomi e assicurare loro il servizio delle offerte divine.
Spuntano lettere di centurioni romani in una necropoli a Berenice
Un team congiunto di ricercatori polacchi e americani del Polish Centre of Mediterranean Archaeology dell'Università di Varsavia e dell'Università del Delaware ha comunicato un'interessante...
Il gatto nell’antico Egitto
Dopo la sua prima comparsa nella tomba di Khnumhotep III a Beni Hasan, l’attività del gatto nell'antico Egitto è ben documentata da rappresentazioni e testi. Esso compare come animale domestico in tombe private e come divinità nel pantheon egizio. Il gatto maschio è l’ipostasi del dio sole Ra, che combatte quotidianamente il mostruoso serpente Apopi, manifestazione del caos; la gatta si identifica con l’amorevole e materna dea Bastet, pronta però a trasformarsi in una feroce leonessa quando il caso lo richiede. Il gatto ha un ruolo fondamentale in alcuni miti, nel culto, in determinate feste popolari e perfino nelle fiabe.
Sui graffiti erotici di Deir el-Bahari
La tomba incompiuta MMA 504 a Deir el-Bahari, alla destra del tempio di Hatshepsut, è conosciuta anche come "Grotta degli scribi" e contiene diversi graffiti di cui due a tema erotico risalenti alla XVIII dinastia. Gilberto Modonesi ci regala un nuovo articolo in cui ripropone gli studi e le interpretazioni di questi graffiti erotici.


















