Avviso importante!

Per migliorare la vostra esperienza di lettura, abbiamo rimosso i banner pubblicitari di Google. Aiutateci a mantenere il sito così e a coprire le spese passando per la nostra pagina Amazon prima di fare acquisti di qualsiasi genere.
A voi non costa nulla, ma per noi è una cosa molto preziosa. Grazie!

Vai alla pagina Amazon

La Tavoletta di Büklükale: la buia notte prima dell’alba

“Hanno preso le porte, e il secondo salone… non possiamo più uscire… arrivano…”. Così recitavano le ultime righe del Libro di Mazarbul, immaginato da...

Un bacio per sempre: la più antica immagine di un bacio...

Ci sono comportamenti e attività talmente connaturati alla natura dell’essere umano, da apparire assolutamente naturali e “senza tempo”. La scienza, tuttavia, applica il suo...

Quando l’archeologia riscopre… l’amore di una madre

Nel 1952, mentre conducevano al pascolo le loro bestie, un gruppo di pastori beduini scoprì una grotta, nelle vicinanze del Mar Morto, la cui...

Continua la pubblicazione di M. Chioffi e G. Rigamonti dei “decreti...

Chioffi, G. Rigamonti, Antico Regno, “I Decreti Reali”, Decreto dell’Horo Netjerybau (Copto I), 2 Voll., Editrice La Mandragora, 2021, 2022. Gli autori dei due succitati...

La lingua meroitica

La scrittura meroitica fu un sistema ideato, partendo dai geroglifici, nel IV/III secolo a.C. per scrivere la lingua locale parlata in Alta Nubia. Questa nuova scrittura fu identificata dai primi viaggiatori europei che nel XIX secolo percorsero il regno Kushita, ma fu decifrata, purtroppo solo parzialmente, nel 1910. Ci racconta tutto Mario Lauro in questo interessante articolo. Buona lettura!

Di un volumetto di Ippolito Rosellini

Nel volumetto "Un Bassorilievo-Egiziano nella Galleria di Firenze", edito nel 1826, Ippolito Rosellini affrontò la traduzione del testo di un bassorilievo policromo proveniente dalla tomba di Ptahmose a Menfi (XIX dinastia). Il bassorilievo presenta due sposi seduti che ricevono adorazione e offerte da parte dei figli. Il soggetto del reperto fu anche il motivo che portò Rosellini a scrivere il volumetto: un dono nunziale.