L’Epopea di Gilgamesh
L'Epopea di Gilgamesh. Si tratta della più ampia e complessa tra le opere letterarie tramandateci dagli Assiri-Babilonesi. Composta in
origine da circa tremila versi (quelli conservati sono poco più di duemila), essa supera di molto l’altra grande
composizione giuntaci, l’Enuma Elish, che conta solo un migliaio di versi.
È concordemente ritenuta dagli studiosi la prima vera epopea dell’umanità. Secondo il parere del grande assiriologo
Giovanni Pettinato, essa è “paragonabile per ampiezza di respiro, per forte drammaticità e profonda maturità, alle
grandi composizioni divenute patrimonio di tutte le genti, quali l’Iliade e l’Odissea di Omero, la Divina Commedia
di Dante e il Faust di Goethe”.
Di un volumetto di Ippolito Rosellini
Nel volumetto "Un Bassorilievo-Egiziano nella Galleria di Firenze", edito nel 1826, Ippolito Rosellini affrontò la traduzione del testo di un bassorilievo policromo proveniente dalla tomba di Ptahmose a Menfi (XIX dinastia). Il bassorilievo presenta due sposi seduti che ricevono adorazione e offerte da parte dei figli. Il soggetto del reperto fu anche il motivo che portò Rosellini a scrivere il volumetto: un dono nunziale.
Enūma Eliš “quando in alto”
Un nuovo Speciale di MediterraneoAntico.it è pronto per essere scaricato o sfogliato online, gratuitamente, da tutti i nostri lettori. Un lavoro di grande valore filologico curato da Alberto Elli, che ci riporta indietro nel tempo per farci scoprire i temi della Creazione, così come li vivevano gli antichi.
Al corposo ed iniziale insieme di segni cuneiformi, riscritti con un apposito font per essere perfettamente leggibili, segue la traduzione continuata, che consente di fruire appieno dell’intero materiale a tutti coloro che sono interessati, ma non filologi esperti.
Gli Annali di Sennacherib dal Prisma di Chicago
Sennacherib(705-681) salì sul trono d’Assiria, succedendo al padre Sargon II (721-705), il dodicesimo
giorno del mese di Ab (luglio-agosto) del 705 a.C.
Fu un re guerriero e due prismi d’argilla contengono la descrizione delle otto spedizioni condotte dal sovrano
assiro durante il suo regno: il Prisma Taylor, datato al 691 a.C. (eponimato di Bēl-Emuranni), e il Prisma di
Chicago, del 689 (eponimato di Gakhilu).
Il testo qui considerato è quello del Prisma di Chicago, conservato presso l’Oriental Institute di Chicago,
Illinois (il Prisma Taylor è conservato al British Museum).
L’insegnamento di Onkhsheshonqy
Questo testo è conservato dal papiro demotico del British Museum n° 10508, della tarda età tolemaica. La redazione originaria risale però al V-IV secolo a.C.
Vi si distinguono due parti: la prima, che introduce le istruzioni di saggezza, ha forma narrativa e non manca di inquadramento storico. Le prime cinque pagine, infatti, ci raccontano la storia di Onkhsheshonqy, che fu imprigionato per aver udito di un complotto contro il Faraone e non averlo riferito.
La seconda parte, pp. 6-28, comprende le istruzioni, scritte in versi di diversa lunghezza, in uno stile assai ricercato, che impiega il parallelismo dei membri e un ampio vocabolario. Esse sono divise in capitoli, secondo le prime parole di ogni massima.
Il mistero della lingua dimenticata dalla capitale ittita
Oltre 3500 anni fa, nel cuore della penisola anatolica (attuale Turchia), nasceva e rapidamente di espandeva a macchia d’olio uno dei più grandi regni...