Una delle migliori copie del Discobolo è la copia Lancellotti, così chiamata dal nome della famiglia che l’acquistò. Venne trovata a Roma sull’Esquilino nell’area degli Horti Lamiani. La statua risale al II secolo d.C., da notare il sostegno a forma di tronco di palma e il puntello che collega la mano sinistra al polpaccio destro che sono estranei alla figura originale.
L’originale venne realizzato in bronzo dall’artista Mirone poco prima della metà del V secolo a.C., e alcuni elementi come la resa asciutta della muscolatura, le vene, il volto ovale, i capelli cesellati a piccole ciocche, lo inquadrano stilisticamente nello stile cosiddetto severo. Il volto è idealizzato, non vi è nessun accenno di sforzo fisico, l’atleta è colto nell’atto di caricare il lancio, con il disco saldamente impugnato nella mano destra.
Il corpo è in appoggio sulla gamba destra, raccolto mentre compie una semi rotazione prima dello scatto; il braccio destro è sollevato e portato all’indietro, il sinistro è abbassato, il torso piegato in avanti e i muscoli sono tesi e contratti. La testa segue il movimento del corpo.
Mirone è interessato a cogliere la sospensione dell’attimo prima dell’azione, attraverso una costruzione rigidamente geometrica della del corpo. L’intento non è rappresentare la realtà, ma di fermare il momento.
Fonte: Arte greca. Dal X al I secolo a.C. di Bejor,Castoldi,Lambrugo
Immagini: Paolo Bondielli
Testo a cura di Alessandra Randazzo