Ma voi lo sapete da dove arriva la parola bikini?

Nel 1946 il sarto francese Louis Réard chiamò la sua creazione (un costume da bagno molto succinto per l’epoca) Bikini, come il nome del piccolo atollo dove gli Stati Uniti avevano appena effettuato dei test nucleari. Réard, però, non fu l’inventore del costume a due pezzi. Poco più di un decennio prima, nel 1932, il parigino Jacques Heim creò un due pezzi dove al posto dello slip veniva indossato un pantaloncino. Era un costume da bagno dalle dimensioni davvero ridotte rispetto ai modelli in circolazione a quell’epoca e suscitò non poco clamore. Non a caso lo chiamò Atome e fu pubblicizzato come “il costume più piccolo al mondo”.

Scoppiò la guerra, lui era di origini ebrea e possiamo ben immaginare cosa successe. Riuscì a sfuggire alla persecuzione e grazie ad un amico non ebreo riuscì a tenere in piedi la sua Maison. Nel giugno 1946 Heim tornò alla ribalta noleggiando un aereo che scrisse in cielo “Atome – il costume da bagno più piccolo del mondo”. Dopo sole tre settimane Louis Réard, un ingegnere che per linea materna aveva ereditato una casa di moda, organizzò una campagna pubblicitaria reclamizzando il suo modello da spiaggia come “più piccolo del più piccolo costume da bagno del mondo” e lo chiamò Bikini, sfruttando strategicamente il clamore suscitato dalla notizia dell’esplosione di un ordigno nucleare nell’Oceano Pacifico, sul minuscolo atollo di Bikini nelle Isole Marshall. Era il 1 luglio del 1946 quando le immagini dell’esplosione del primo test della bomba nucleare, dopo quelle di Hiroshima e Nagasaki, avevano fatto il giro del mondo. Su quell’onda di stupore il 5 luglio Réard organizzò una sfilata di costumi da bagno alle Piscine Molitor di Parigi, facendo indossare il suo Bikini ad una modella davvero speciale. Nessuna delle modelle professioniste, infatti, si era prestata a sfilare con un costume così succinto e “spinto” per l’epoca, così Réard ingaggiò la spogliarellista appena diciottenne del Casino de Paris Micheline Bernardini. La scelta si rivelò un successo: l’effetto mediatico del bikini, che lasciava scoperto l’ombelico, fu lo stesso di una bomba nucleare. Di sicuro fu una creazione esplosiva: il costume da bagno da lui ideato, nonostante lo scandalo iniziale, entrò prepotentemente nella moda della balneazione.

In Italia fece la sua prima apparizione nel 1947 con il concorso di bellezza di Miss Italia, dove Lucia Bosè indossò una via di mezzo tra la versione di Réard e quella di Heim: un reggiseno con uno slip alto sgambato.

Ma come in molti sappiamo, Heim e Réard non si inventarono nulla, il bikini aveva già un antesignano: le ragazze in bikini di Villa del Casale!

È qui che il mosaico, oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco, entrò in scena. Infatti, subito dopo la sfilata parigina, in Italia venne contestata la nazionalità francese dell’invenzione del bikini citando i mosaici siciliani che risalivano al IV secolo d.C. Probabilmente anche Heim si ispirò a quelle “modelle” d’eccezione che venivano da un passato molto lontano.

È dalla “palestrite”, la stanza della palestra dove si svolgeva la lotta, che potrebbe essere arrivato lo spunto. Qui il pavimento musivo ha raffigurate delle splendide fanciulle con un due pezzi succinto, il subligaculum, ossia l’insieme fra quello che sembra uno slip e un top a fascia in lino.

Le fanciulle ritratte giocano a palla, corrono, una impugna in mano due manubri… stanno svolgendo delle attività sportive e quella che indossano è la tenuta per svolgere tali discipline…

Però queste ragazze sfoggiano hanno anche collane, bracciali e acconciature elaborate, segno che quella mise era studiata per essere esibita.

Per rendere giustizia all’italianità del costume da bagno, dieci anni dopo, nel 1956, Emilio Pucci dedicò un’intera collezione a quelle opere antiche intitolandola “Siciliana”.

Non si può certo negare che l’outfit di queste ragazze, curato in tutti gli accessori (gioielli e acconciature), non sia assolutamente moderno: richiama in tutto e per tutto lo stile delle ragazze di questi giorni, curate di tutto punto anche in spiaggia.

Giusto per aggiungere una curiosità: dopo la sua clamorosa sfilata in bikini, l’avvenente signorina Bernardini ricevette più di 50.000 lettere di ammiratori.

Per le foto senza crediti, invitiamo chi le riconoscesse come proprie a contattarci per apporre il giusto credito. Grazie

Atlete in bikini/ M. Disdero - M. Disdero https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0a/Casale_Bikini.jpg
Atlete in bikini/ M. Disdero – M. Disdero https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0a/Casale_Bikini.jpg

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

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