Apparteneva ad un nobile di nome Userhat la tomba trovata a Luqsor nella necropoli di Dra Abu el-Naga. L’alto funzionario era il giudice della città durante la XVIII dinastia (1543-1292 a.C., Nuovo Regno). L’ipogeo scoperto era già stato riaperto durante la XXI dinastia (circa 3000 anni fa) per essere usato come nascondiglio e deposito di altre mummie nel tentativo, così, di proteggerle dall’azione vandalica dei ladri in un periodo in cui i furti nelle tombe erano un reato molto comune. Nonostante che la tomba sia stata riutilizzata nel Periodo Tardo conserva ancora la maggior parte del suo corredo funerario originale e, seppur di piccole dimensioni, proprio per i reperti ritrovati – quasi del tutto integri – rappresenta una scoperta importante e di inestimabile valore. Ad effettuare il ritrovamento è stato il team della missione archeologica egiziana che lavora a Luqsor, il quale è riuscito ad entrare nella tomba solo dopo la rimozione di quasi 450 metri cubi di detriti che ostruivano la corte, operazione che ha anche permesso di individuare altri due ingressi di due tombe comuni per le quali si dovrà attendere ancora un po’ di tempo prima che i lavori di scavo abbiano inizio.
L’ipogeo di Userhat rappresenta un tipico esempio di dimora funeraria di un nobile, con una struttura a forma di T costituita da una corte aperta che conduce ad un sala rettangolare, un corridoio e una camera interna.
La tomba ha restituito finora otto mummie e sarcofagi policromi ben conservati decorati con scene dipinte sul rosso, blu, nero, verde e giallo, maschere funerarie in legno i cui volti scolpiti rappresentano le caratteristiche dei defunti, oltre a innumerevoli ceramiche, vasi in terracotta di varie forme e dimensioni, altri resti di mummie e oltre 1000 ushabti (voci non ufficiali parlano di ben 1050 pezzi) in faience, terracotta e legno.
Precisamente, all’interno della sala rettangolare era stato collocato il sarcofago di legno ancora in ottime condizioni, la maschera funeraria e gli ushabti appartenuti al giudice della XVIII dinastia, Userhat. Qui è stato scoperto anche un pozzo profondo nove metri al quale sono collegate altre due camere: una sul lato orientale, dove sono state portate alla luce una collezione di Ushabti, maschere in legno e un frammento di un coperchio di un sarcofago, l’altra, sul lato occidentale, ancora da ripulire ed ispezionare.
Il corridoio della tomba conduce in una camera interna che durante la XXI dinastia era stata riutilizzata come una cachette e nella quale sono stati ritrovati sarcofagi e mummie ancora avvolte nei loro lini. Gli esperti stanno esaminando le mummie per scoprire l’identità dei defunti e le cause della loro morte.
Il direttore della missione archeologica, Mostafa Waziry, precisa che non si tratta di una scoperta vera e propria, ma in realtà si tratta di una riscoperta in quanto la Kampp 157, così era stata identificata la tomba, era già stata menzionata per la prima volta nel ventesimo secolo, ma non era mai stata scavata prima d’ora.