90 anni fa Amedeo Maiuri dava inizio alla grande campagna di scavi a Ercolano

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Secondo Dionigi di Alicarnasso fu Ercole a dare il nome alla città di Ercolano di ritorno dall’Iberia. Nell’89 a.C. divenne municipium retto da duoviri quando il legato di Silla, Titus Didius, la assalì e la conquistò. La città si spense, come sappiamo, nel 79 d.C. a causa dell’eruzione del Vesuvio che anche in questa città fece molte vittime. All’1 del 25 agosto, al primo collasso della colonna vulcanica, il primo surge, la nube ardente, ad una velocità di 80 km orari e con una temperatura di 400 gradi, raggiunse Ercolano e la avvolse in un silenzio eterno provocando la morte istantanea dei suoi abitanti, per shock termico, che invano si erano recati presso la spiaggia in cerca di un rifugio. In circa 20 ore di attività furono emessi dal vulcano 10 miliardi di tonnellate di magma e tonnellate di vapore acqueo e gas ad una velocità di 300 metri al secondo. L’antica Herculaneum restò quindi sepolta sotto una coltre di residui vulcanici alta fra i 16 e i 30 metri, al di sopra della quale, nella zona di Villa dei papiri, si sovrappose anche la lava dell’eruzione del 1631.

Il re d’Italia Vittorio Emanuele all’inaugurazione dei nuovi scavi di Ercolano il 16 maggio del 1927.

Il 16 maggio del 1927, esattamente 90 anni fa, il grande archeologo Amedeo Maiuri dava inizio alla grande campagna di scavi che avrebbe restituito al grande pubblico la città distrutta dall’eruzione e, ad oggi, uno dei siti più straordinari al mondo. Gli scavi furono ufficialmente inaugurati dallo stesso re d’Italia Vittorio Emanuele III che diede il colpo di piccone inaugurale al motto di: Herculaneum offediendum est. L’impresa portata avanti da Maiuri fu ardua, come ricordò lo stesso archeologo in uno dei suoi celebri scritti: “a combattere la dura battaglia contro il fango indurito di Ercolano”. Gli scavi si protrassero fino al 1958, ma già nel 1942, quasi tutta l’area che costituisce l’attuale parco archeologico era stata riportata alla luce, contestualizzata, restaurata e coperta.

Con l’occasione quindi di celebrare la straordinaria avventura archeologica di Amedeo Maiuri, il nuovo direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, annuncia una nuova stagione di rinascita per questo sito, dichiarato Patrimonio dell’UNESCO ma, come abbiamo spesso detto, offuscato molte volte dalla vicina Pompei, catalizzatrice di attenzioni mediatiche e governative.  Il 16 maggio quindi, si è scelto di offrire a tutti i fruitori del grande sito un percorso speciale mirato alla riscoperta degli Scavi di Ercolano.

Nasce così il progetto “POP-UP”, come spiega lo stesso Direttore: “ I pop-up sono finestre che si aprono sullo schermo dei nostri PC, per catturare l’attenzione e così, per sensibilizzare i visitatori sulla bellissima avventura della scoperta del sito e sulle scelte che pone oggi la sua presentazione, a partire da maggio 2017, fino ad aprile 2018, saranno allestite un ciclo di “mostre a tempo”, anche per questo il titolo “pop-up”, e di altri eventi e manifestazioni concepito e costruito con la partecipazione del pubblico”.

Gli oggetti originali esposti dal Maiuri nella “bottega del plumbarius” che sono alla base del nuovo allestimento previsto dall’evento Maiuri Pop-up.

La prima iniziativa vedrà il riallestimento in chiave moderna di una bottega romana- la bottega di Plumbarius – come omaggio a quanto realizzato da Maiuri nei suoi allestimenti nel sito. Inoltre, percorsi guidati daranno nuove chiavi di lettura degli scavi, riscoprendo così anche l’urbanistica antica della città e le strade. Sirano tiene molto al parere del pubblico e non solo a quello degli specialisti, per cui, tutti coloro che si recheranno ad Ercolano, saranno tenuti ad evidenziare quali informazioni sono per loro interessanti per comprendere quindi l’approccio di Maiuri agli scavi e ai restauri. Questa strategia comunicativa, fondamentale per un manager-direttore, serve ad avere la certezza che gli eventi proposti arrivino anche e soprattutto alla sensibilità del grande pubblico. Per gli eventi si è cercata la collaborazione di molti studenti universitari napoletani per produrre copie fedeli dei reperti in 3D da utilizzare per le varie mostre tematiche. Con l’occasione, si darà lavoro e si formeranno nuove generazioni di tecnici campani. Tramite l’uso dei social, infine, sperando di essere utilizzati in maniera intelligente, i cittadini saranno incoraggiati a trasmettere i loro consigli e i loro pareri sulla gestione del sito e dei vari eventi. Ci si aspetta molto dal direttore Sirano e finalmente tutte queste iniziative sembrano essere quel quid tanto atteso da un profondo conoscitore del territorio vesuviano. Ad maiora!

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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