16 febbraio 1923: l’apertura della camera sepolcrale di Tutankhamon
Il 16 febbraio 1923 è una data importante nella storia della scoperta della tomba di Tutankhamon: in quel giorno infatti, Howard Carter ruppe la...
Ercolano continua a stupire: la realizzazione dell’area giochi dei bimbi porta...
Ercolano continua a sorprenderci ancora a quattro secoli dall'inizio degli scavi sistematici.In Via Mare, a pochi passi dal teatro antico e dagli scavi, il...
Il tempio di Debod: l’Egitto nella multiculturale Madrid
Madrid
Dopo aver passeggiato lungo le strade della colorata, solare e soleggiata Madrid, forse dopo la visita del grande Palacio Real, dopo un pomeriggio tra...
Museo Egizio: anche le statue parlano, anzi…scrivono!
“La strada per Menfi e Tebe passa da Torino”.
Lo disse Champollion quando giunse nella città sabauda, ammirato e ammaliato dalla “Drovettiana”, l’incredibile ed eterogeneo insieme di reperti egizi che il console Drovetti aveva messo assieme durante la sua lunga permanenza in Egitto, da poco acquistata dai Savoia. Ma non fu una strada priva di inciampi per il francese, che a Torino poté saggiare la spigolosità di Giulio Cordero di San Quintino – laureato in utroque iure, sacerdote, nominato dal padre di Cesare Balbo curatore della nascente collezione egizia di Torino – a cui Champollion oppose una verve del tutto inaspettata. O forse no.
Canali e cunicoli nell’area del Foro di Pompei
Il sottosuolo di Pompei studiato dagli speleologi
Dalla superficie al sottosuolo. Le attività di ricerca e indagine conoscitiva di Pompei non si arrestano alle aree...
Egitto: provata l’esistenza dei “coni profumati”.
Dal recente rapporto di scavo stilato dall’Amarna Project in relazione alle ultime ricerche effettuate nell’antica Akhetaton, la città fortemente voluta da Akhenaton (XVIII dinastia, 1375-1334/33 a.C. circa), siamo venuti a conoscenza di una scoperta senza precedenti. Si tratta del primo ritrovamento di due “coni profumati”, accessori molto spesso rappresentati sul capo di innumerevoli personaggi nell’iconografia egizia per ben 1500 anni (a partire dall’inizio del Nuovo Regno al Periodo Tolemaico) e finora mai concretamente ritrovati.

















