Lucus Feroniae. Area Archeologica, Antiquarium e Villa dei Volusii

Un importante progetto di valorizzazione territoriale vede oggi la sua completa realizzazione grazie all’azione congiunta della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale (oggi Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale) e la Società ARCUS. Si riaprono al pubblico, con aspetto rinnovato e in unico percorso di visita, la suggestiva area archeologica di VI-III secolo a.C. del santuario del Lucus Feroniae (bosco sacro dedicato a Feronia, dea italica della fertilità dei campi e propiziatrice dei commerci), la contigua colonia romana del I secolo a.C. (Iulia Felix Lucoferonensium), con l’annesso Antiquarium, nel comune di Capena, e la villa dei Volusii Saturnini, nel comune di Fiano Romano.

Tomba della Sfinge: percorso attrezzato.

Il 15 aprile nel Parco Naturalistico Archeologico di Vulci sarà inaugurato ed aperto al pubblico un nuovo settore all’interno della Necropoli dell'Osteria, una delle più importanti aree di sepoltura della città etrusca di Vulci.

Gli Sposi etruschi griffati Giorgetto Giugiaro

Da domenica 10 aprile 2016 il famosissimo Sarcofago degli Sposi torna a Cerveteri, a quasi centocinquanta anni dalla sua scoperta nella necropoli della Banditaccia. Non si tratta dell’originale conservato a Roma nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e ormai strettamente correlato alla storia di quel museo, ma di una riproduzione fedele griffata Giorgetto Giugiaro.

Uffizi: in mostra sculture del Quattrocento in legno dipinto

La mostra “Fece di scoltura di legname e colorì”, aperta al pubblico dal 22 marzo fino al 28 agosto 2016 presso la Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi, illustra la scultura in legno dipinto nel Quattrocento a Firenze, valorizzando l’attività di artefici e botteghe specializzati nella realizzazione di opere devozionali, tra le quali splendidi crocifissi, madonne e santi penetranti e carichi di pathos, talora recuperati dal buio delle cappelle, dov’erano chiusi da secoli, e restaurati, liberati dai pesanti strati delle ridipinture posteriori, fino a tre, quattro, o in alcuni casi otto strati aggiunti in epoche differenti, con pesanti interferenze sulla corretta lettura stilistica, finalmente mostrano le suggestive tracce delle cromie originali.

Buon compleanno Museo Egizio di Torino!

Il Museo Egizio spegne la sua prima candelina e con dati alla mano vince la sfida lanciata lo scorso 1 Aprile 2015. 10.000 mq di spazio espositivo, 15 sale e un percorso che si snoda per circa 2,5 km con 3.300 reperti esposti. Il nuovo museo si veste anche d’internazionalità parlando 7 lingue, tra cui il cinese, e proponendo testi di sala in arabo, volendo così omaggiare la cultura di provenienza dei reperti che custodisce al suo interno. I numeri parlano chiaro. Rispetto a 10 anni fa, correva l’anno 2006, in occasione delle Olimpiadi invernali, i visitatori erano 529.911 ora in solo un anno dalla nuova riapertura le cifre sono raddoppiate calcolando circa 939.512 visitatori e lanciando così l’Egizio nella top ten dei musei più visitati in Italia.

Il fiore di loto nell’antico Egitto, simbolo di rinascita e vita...

Il fiore di loto è la pianta araldica dell’Alto Egitto. Nell’antichità il fiore di loto aveva una simbologia legata alla rinascita, al sole e alla vita eterna. Simbolo di tanti amuleti, secondo gli antichi Egizi, teneva lontano il male attraendo invece il bene. Il fiore di loto, secondo alcune leggende legate alla creazione, fu il primo fiore a nascere dal caos primordiale. A Eliopoli la leggenda narra che il fiore, nato dal fango dell’oceano Nun, sbocciò rivelando il dio del sole Atum. Anche la divinità Nefertum fu creata da questo fiore e dalle sue lacrime nascevano gli uomini. Un fiore, il loto, fortemente simbolico per l’antica civiltà egizia e il Museo Egizio di Torino gli dedica una visita speciale e un laboratorio.